Vivaldi

 Dice Identifont che il Vivaldi è stato disegnato nel 1997 da Fredrich Peter per Itc/Fontek, ed è tuttora pubblicato da Itc e Letraset.

Lo stesso sito però dice anche che l’Ef Vivaldi, che è lo stesso tipo di carattere con lo stesso autore, risale al 1965, editore attuale Elsner+Flake.

La versione della Urw fornisce dati completamente diversi: la data è il 1970 e l’autore è Fritz Peters.

Anche Mecanorma ne ha realizzato una versione, e qui si torna al nome di Friedrich Peter e all’anno 1997.

Il Vivaldi è un font caratteristico. Inclinato ed elegante come una cancelleresca a lettere separate, ha delle maiuscole dotate di svolazzi inconfondibili. I tratti si uniscono l’uno all’altro in maniera insolita e imprevedibile: vedere la D o la Q, per esempio, ma anche il percorso contorto dei tratti di K e W.

Su Wikipedia non c’è una voce dedicata. Devroye ne parla nella pagina dedicata a Friedrich Peter. L’anno di nascita sarebbe 1966, per Vgc. La versione di Letraset è di tre anni successiva. Il sito riporta l’elenco di tutte le versioni digitali realizzate, e definisce incorretta l’attribuzione a Fritz Peters.

Vgc sarebbe Visual Graphic Corporation, una fonderia della Florida, ma nella pagina dedicata il Vivaldi non viene neanche nominato.

Tra i font simili Identifont segnala in gran parte dei corsivi calligrafici tradizionali, con qualche eccezione.

Cercando delle alternative gratuite vengono fuori alcuni risultati identici al Vivaldi, che molto probabilmente sono delle copie pirata diffuse sotto falso nome.

Tra i font di Google, quello che mi dà una sensazione simile è il Bilbo, nella versione Swash Caps (che significa: maiuscole con svolazzi).

L’autore è TypeSETit, di cui non si forniscono note biografiche, e che ha prodotto altri calligrafici gratuiti tra cui Great Vibes.

A proposito di Google, siamo ancora in attesa del millesimo font: da giorni il contatore è fermo a quota 999.

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