Eckmann

Fonts In Use raccoglie 29 usi dell’Eckmann, un classico della tipografia europea. A prima vista suggerisce un immaginario anni 60, figli dei fiori e psichedelia, come nelle copertine degli album dei Vanilla Fudge che si vedono sul sito, ma il disegno è in realtà molto più antico. Data addirittura al 1900, disegnato da Otto Eckmann per una fonderia tedesca nella versione base, e arricchito nel giro di un decennio di una versione bold e una outline.

Il sito raccoglie vari usi risalenti a varie epoche diverse, ma quello che mi colpisce di più è la testata del Dir Rote Fahne, giornale fondato da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, che vennero poi torturati e uccisi centouno anni fa.

L’articolo si chiede se il tipo di carattere è stato scelto perché era l’unico disponibile in quelle dimensioni o se magari qualche dettaglio ha colpito i redattori: come la F maiuscola, per esempio, in stile art nouveau, che sembra sventolare come una bandiera (si trattava di un giornale che incitava alla rivoluzione).

Per quanto riguarda l’impaginazione, c’è un titolo a tutta pagina con una riga di testo sottostante in dimensioni più piccole, e quattro colonne di testo, con frequenti titoli delle varie sezioni ad una colonna, solo di poco più grandi del testo sottostante. Ma la cosa che colpisce di più è che sia titoli che articoli sono scritti in stile gotico moderno (Fraktur in vari font diversi, identificati di volta in volta dall’autore dell’articolo).

Fa eccezione solo la riga contenente l’indirizzo e i recapiti, che è l’unica a caratteri romani.

Nei commenti si nota un probabile kerning nella testata, tra la lettera r e la o.

Nell’articolo invece si nota un uso un po’ disinvolto dello spazio tra le lettere. Motivato forse col fatto che si andava di fretta e bisognava giustificare rapidamente le righe. Difficile immaginare se con le tecniche di impaginazione utilizzate all’epoca questo fosse davvero il metodo più rapido. L’articolo dice però che nel Fraktur non si faceva uso dell’italico. Per mettere in evidenza una parola si usava il letterspacing. In questo caso però la spaziatura è aggiunta nell’intero paragrafo, senza nessun apparente motivo collegato con l’evidenziare il testo. Chissà, magari era una tecnica per movimentare la pagina, un po’ come gli articoli che comparivano all’epoca sui giornali italiani scritti interamente in caratteri italici.

Già l’anno successivo, nel 1919, la testata era cambiata, dopo che l’intervento dell’esercito aveva mandato all’aria la proclamazione della repubblica. Nella nuova impaginazione sparisce sia l’Eckmann della testata che il romano delle righe col recapito: è tutto in stile gotico, Fraktur soprattutto, Shwabacher per i titoli.

Per la parola Rote nel nome del giornale veniva utilizzata una R maiuscola anziché minuscola come era in precedenza.

Una versione gratuita dell’Eckmann è al momento disponibile su Font Space sotto il nome di Rudelsberg. È stata caricata l’anno scorso da un tale David Rakowski.

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