Typotheque

Su Google ci sono solo due font firmati Typotheque: lo Zilla Slab e la sua versione Highlight che è la stessa cosa solo che in negativo (lettere trasparenti su sfondo pieno).

La fonderia dell’Aia (Olanda) ha prodotto anche altri font, e continua a produrne. Un breve elenco si trova sul sito Identifont (c’è anche un font che si chiama Parmigiano Caption, un altro si chiama Greta Text).

L’ultimo post sul blog è datato giugno, e contiene la presentazione del Q Project, uno strano sans serif in vari stili diversi (quadrati, puntini, stencil...) con decorazioni varie, angolazione variabile, forme separate con cui comporre le varie lettere.

È una specie di gioco con un numero infinito di variazioni, ispirato a giochi come Lego e Meccano.

Rende bene l’idea delle infinite possibilità di cui si può tenere conto nel disegnare un font, ma penso che vada al di là delle esigenze della stragrande maggioranza degli utenti.

Nel frattempo noto che Google ha superato quota mille fonts: oggi si trova a 1003. Il millesimo penso sia stato il Kufam, un sans serif con una A che ha un fianco gobbo e uno verticale, m e u simili a quelle dell’Ubuntu. Gli ultimi tre sono Kumbh Sans, Grandstander e Syne. Il primo è un normale sans, il secondo ha lettere irregolari che non tengono conto delle linee verticali, l’ultimo invece ha la a e la t geometriche, mentre la g accenna ad essere a doppio livello, ma non ci prova neanche a formare l’occhiello inferiore, fermandosi in pratica al primo quarto.

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