Andalus e Footlight

Col software della Microsoft viene fornito un font che si chiama Andalus. Sarebbe interessante da usare se non fosse che mancano le lettere accentate, per cui non è adatto a scrivere in italiano. Infatti è progettato appositamente per la lingua araba: le lettere dell’alfabeto arabo rappresentano una interpretazione moderna del Kairawani Kufic, dice il sito ufficiale, mostrando qualche esempio della scrittura, con le tipiche estremità appuntite, e le legature tradizionali aggiunte dalla versione 5.99, in cui i tratti delle varie lettere si intrecciano uno nell’altro.

Comunque per chi vorrebbe usare questo font per scrivere in italiano non ci sono problemi: la forma delle lettere latine è ripresa pari pari dal Footlight, che è un altro dei font diffusi col software Microsoft, in questo caso dotato anche di lettere accentate.

Dice il sito della Microsoft che il Footlight era stato disegnato inizialmente nella versione italica, mentre la versione romana è stata aggiunta in seguito, cosa insolita nell’industria tipografica. Ironia della sorte, la versione italica non viene diffusa coi programmi Microsoft, e neanche la neretta. C’è un solo file: questo significa che quando si preme sul pulsante per convertire un testo in corsivo, questo viene semplicemente reso obliquo, mantenendo le stesse grazie.

Un esempio di come deve apparire invece la versione italica del carattere si può vedere sul sito Fonts.com. Alcune delle grazie diventano estremità arricciate, la f guadagna il consueto tratto discendente, alcuni tratti si trasformano in maniera imprevista. Mi colpisce ad esempio il tratto obliquo superiore della k, che curva in basso guadagnando una grazia che punta in basso a sinistra, oppure la x, la cui estremità in basso a sinistra diventa discendente, con una grazia che punta verso l’alto. Anche la p è singolare, visto che il complesso asta + grazie sembra quasi un numero 1.

Il copyright dell’Andalus risale al 1993, e le firme sono quelle di Mohammad Alagha e Mamoun Sakkal. I diritti sono di Glyph System, escluse le porzioni della Monotype (la parte latina del file).

Il Footlight invece è datato 1985 e la firma è di un certo Ong ChongWah, copyright Monotype, venditore Agfa Monotype.

Esistono altri font dello stesso autore, che è nato in Malaysia e ha studiato in Inghilterra. Identifont elenca l’Abadi, il Chong in varie versioni (da Old Style a Modern), il Mahsuri e l’Ocean Sans. Tra queste compare anche il Bookman, che fa parte della collezione dei font classici della Monotype ed è datato 1990.

Chiaramente il nome Bookman risale a molto prima, la versione più caratteristica è quella disegnata da Benguiat nel 1975 per Itc, nota per la Q con la coda inconfondibile, che inizia verso l’interno e poi esce fuori facendo un’unica curva che riporta l’estremità là dove era iniziato il tratto. La versione della Monotype non ha questo dettaglio (la coda è solo esterna), mentre la T ha grazie che spuntano anche in alto anziché solo verso il basso. Viene conservata invece l’angolazione delle grazie superiori di lettere come CEFGS, che puntano in avanti a becco.

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