I Da Spira e Giovanni da Colonia
Ma come apparivano i loro libri? Sul web si trova relativamente poco. Un’associazione bresciana ha caricato sul web un pdf con le pagine miniate del canzoniere di Petrarca. I caratteri sono romani, le pagine coloratissime, tra cornici, decorazioni e illustrazioni vere e proprie tutte realizzate a mano.
Su Pinterest però compare una paragrafo tratto da un incunabolo che viene attribuito, dall’utente che lo ha caricato, a Giovanni da Spira. Sarebbe tratto da un’opera di Sant’Agostino, 1469, dice la didascalia, mentre nell’immagine si vede la scritta 1477.
Da quello che scrive Wikipedia, Giovanni sarebbe morto nel 1469. Stava effettivamente lavorando al De Civitate Dei, che venne portato a termine e stampato dal fratello nell’anno successivo. Su Wikipedia vengono elencate opere stampate da Vindelino fino al 1472, ma nell’articolo si dice che la vedova di Giovanni, Paola, sposò Giovanni da Colonia, un mercante tedesco che poi finanziò le opere di Vindelino fino al 1477 e poi produsse libri in proprio.
È proprio questo l’anello di congiunzione con l’immagine pubblicata su Pinterest, dove non vedo il nome Da Spira (né quello di Sant’Agostino) ma vedo scritto Johanis de Colonia, in quartultima riga.
Il
nome di Johanne de Colonia compare anche nel colophon di un altro
libro che si può consultare interamente sul web, sul sito di una
biblioteca europea. Anche qui i caratteri hanno le forme medievali.
In questo caso la data è scritta in numeri romani: “Anno
m°.cccc.lxx.vij” (ossia di nuovo 1477).
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