I macchinisti che fanno funzionare il New York Times

Quattro anni fa Motherboard ha realizzato un documentario dedicato ai macchinisti che fanno funzionare l’impianto di stampa da cui esce il New York Times cartaceo. In particolare i tre tecnici incaricati di riparare i macchinari e mantenerli in efficienza.

Il filmato dura nove minuti e si trova su Youtube. È in lingua inglese; è possibile visualizzare una traduzione automatica dei sottotitoli inglesi generati automaticamente, ma il risultato è spesso un nonsense.

Il giornale stampa 300 mila copie a notte, nel weekend quasi un milione.

L’apparecchiatura è molto complessa: occupa un enorme capannone, tra rotative, nastri trasportatori che spostano le copie da una parte all’altra, e macchine che formano i pacchi da caricare sui furgoni. Al primo sguardo sembrerebbe che l’uomo non conta più niente in tutto il meccanismo, che non ci sia bisogno di personale. In realtà quelle macchine hanno bisogno di parecchia manutenzione: bisogna fare tantissime regolazioni per permettere loro di funzionare correttamente, senza contare i momenti in cui qualche pezzo si rompe. Spesso non è un sensore che dice che qualcosa non funziona a dovere, ma l’orecchio del tecnico che si rende conto che c’è qualcosa che non va.

Lo stabilimento è stato messo in piedi a metà degli anni Novanta. I macchinari risalgono a quell’epoca, e si basano ancora su principi meccanici anziché elettronici. Dal punto di vista dei tecnici è positivo: le macchine di una volta sono più affidabili, dicono, quelle moderne si bloccano a intermittenza e non si capisce dove sia il problema; vedere un pezzo rotto è un sollievo perché almeno si sa come sistemarlo.

Non è affatto un lavoro tranquillo quando una macchina si blocca durante le fasi di stampa: bisogna risolvere il problema in cinque minuti, non si può rimandare il lavoro a domani, visto che un quotidiano ha una scadenza precisa; per cui fino a quando non è tornato tutto a posto l’adrenalina è al massimo.

Nel video viene documentato un intervento dopo la segnalazione di mancanza di pressione in un macchinario: il tecnico deve intrufolarsi in un intrico di fili, tubi e tubicini per cercare di capire la causa del problema.

Spesso si tratta di smontare i meccanismi attraverso cui passa l’inchiostro, e il tecnico si trova tutte le mani inchiostrate. Ma lo fa perché è il suo lavoro, per guadagnarsi lo stipendio. E anche se dice che se guardasse solo la cifra non ne varrebbe la pena, lo fa lo stesso. Quando poi si trova tra le mani il giornale o vede il giornale da qualche parte prova un senso d’orgoglio, perché lui sa tutto il lavoro che c’è dietro alla fase di stampa.

E poi perché si tratta del giornale più prestigioso; al confronto l’altro quotidiano newyorkese è un albo dei fumetti, secondo quanto dice uno dei tecnici nel filmato; questione di contenuti, ma anche di aspetto. Nessuno regge il confronto col New York Times. 

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