Museo svizzero della carta, della scrittura e della stampa. La Bibbia in pittogrammi

A Basilea, in Svizzera, sulle rive del fiume Reno, poco distante dal confine con la Germania, c’è il Museo della carta, della scrittura e della stampa.

Sulla base di 808 recensioni ricevute da Google il punteggio ottenuto è di 4,7 stelline su cinque. La gente che l’ha visitato è rimasta soddisfatta. Il museo è aperto tutti i giorni tranne il lunedì. Apre alle 11 e chiude alle 17, ad esclusione del sabato quando è attivo solo quattro ore il pomeriggio (a partire dalle 13).

Il nome ufficiale è Papiermuhle, o mulino della carta, e infatti fuori si vede ancora la ruota da mulino ad acqua (come il Mulino Bianco della nota marca), che gira ancora. All’interno dell’edificio ci sono i complessi meccanismi in legno che, mossi dalla ruota esterna, dovevano funzionare per la lavorazione dell’impasto da cui si ottiene la carta.

Nelle foto postate dagli utenti si vede una macchina piano-cilindrica Heidelberg, uno dei primi computer Apple con mouse e i dischi coi caratteri delle prime macchine fotocompositrici. Ovviamente la parte principale del museo è dedicata alla lavorazione della carta, con i vasconi contenenti l’impasto, i telai, le presse e tutti gli strumenti correlati.

Il sito ufficiale è in tre lingue: inglese, francese e tedesco. Ai visitatori si promette che potranno scrivere con una penna d’oca, battere a macchina e comporre a mano il proprio nome coi caratteri mobili, il tutto semplicemente pagando il biglietto d’ingresso.

Nelle foto si vedono anche dei sigilli cilindrici come quelli che si usavano nell’antichità per imprimere delle scritte sull’argilla molle, e che sono uno dei primi esempi nella storia per quanto riguarda l’uso di stampi ai fini della scrittura.

Qualche anno fa presso il museo era stata organizzata una mostra con materiali provenienti dal vicino Museo della Cultura. Tra i pezzi esposti anche un tentativo fatto da uno sciamano esquimese dell’Alaska di tradurre la Bibbia nel primitivo sistema di scrittura in uso presso la sua tribù. Il risultato è un’insieme di disegnini stilizzati inseriti tra le righe di un normale quaderno. Da notare che nella primitiva forma di scrittura usata dallo sciamano non esistevano simboli che raffigurassero in maniera incontrovertibile Lot o gli angeli. Quindi queste parole le trascrisse trascritte in alfabeto latino, in corsivo (e infatti sono le uniche scritte comprensibili di tutta la pagina, per chi non conosce l’episodio biblico a cui ci si riferisce).

Le foto del quaderno dello sciamano sono state pubblicate su Flickr, e non mi pare che se ne parli altrove, sul web.

Tra i commenti, qualcuno lo collega con il progetto Genesis di Juli Gudehus, che è un’iniziativa artistica moderna mirata a tradurre l’episodio della creazione tratto dal primo libro della Bibbia in moderni pittogrammi ideati appositamente, ispirandosi concettualmente agli antichi geroglifici. L’idea era nata come progetto studentesco, ed era rimasta in un cassetto fino a quando è stata inviata al quotidiano tedesco Zeit, che l’ha pubblicata attirando una certa attenzione da parte dei lettori, tanto che poi ne è nato un libro e dei poster. Sul sito ufficiale dell’artista/designer si può vedere la pagina stampata sul quotidiano, con le prime frasi della Genesi scritte in tedesco con la corrispondente traduzione in pittogrammi. Si vede anche la copertina del libro che ne è stato realizzato, con il titolo in varie lingue tra cui l’italiano. Il sito dice che ne esiste ancora qualche copia disponibile.

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