Stampa di un libro al torchio

Su Youtube c’è un video che mostra tutte le varie fasi della stampa di un libro al torchio. A dire la verità è un po’ barboso, senza parole e con musica classica di sottofondo. Anche messo al doppio della velocità dura troppo. Però è pieno di spunti interessanti. Perché leggendo le poche righe che possono comparire in un libro di storia sembra quasi che l’invenzione della stampa abbia reso il meccanismo semplice e alla portata di tutti. Un po’ come timbrare un documento: hai una scritta in rilievo, un po’ d’inchiostro, premi sul foglio ed ecco ottenuta la stampa. In realtà non è così. Ci stanno tutta una serie di complicate regolazioni da fare, anche con un semplicissimo torchio da stampa di quelli che si usavano fino all’Ottocento.

Quello che si vede nel video è stato fabbricato da Amos Dell’Orto nel 1855 a Monza. È una pressa Albion in ferro, caratterizzata da tante inutili (ma belle) decorazioni dorate.

Il filmato risale al 1999, digitalizzato in un file .mov e solo in seguito caricato su Youtube, dove ha totalizzato finora oltre 4 mila visualizzazioni.

Il libro era stato progettato a computer, poi le stampe erano state ritagliate e incollate sui fogli per definire il layout. La composizione era stata fatta a mano, un carattere per volta. Il tutto poi era stato composto in un telaio e fissato. Con un martelletto e uno strumento in legno ci si era assicurati che tutte le lettere fossero tutte allo stesso livello. Il testo era stato stampato col tirabozze, si erano rilevati e corretti gli errori.

Le complicazioni iniziavano ad emergere una volta montato il testo nella pressa. Prima di tutto bisognava predisporre anche la superficie che si trovava dall’altra parte del foglio nella fase di stampa, in maniera tale che venissero inchiostrati soltanto i riquadri dove c’erano le scritte, senza sporcare il resto del foglio, e facendo in modo che la pressione fosse uniforme dappertutto. Poi bisognava fare le prove, prima senza inchiostro, poi con l’inchiostro e usare qualche stratagemma per correggere i problemi che si verificavano di volta in volta (e qui mi sarebbe piaciuto sentire raccontare a voce il senso delle varie operazioni che si vedono nel filmato).

C’era poi da predisporre i buchi su ogni foglio, che servivano per sistemarlo nella posizione corretta grazie a due chiodini che si trovavano sulla pressa, in maniera tale da avere non soltanto il testo stampato perfettamente orizzontale, ma anche nella stessa posizione relativa rispetto al testo che sarebbe stato poi stampato sulla parte posteriore del foglio. Il controllo veniva eseguito su una tavola luminosa, che permetteva di vedere in trasparenza il testo di entrambe le facciate del foglio per verificare che corrispondesse esattamente.

L’inchiostratura avveniva tramite rullo a mano. Siccome alcune pagine prevedevano una scritta in rosso bisognava procedere separatamente volendo stampare entrambi i colori con un solo passaggio: prima si inchiostravano le parti che dovevano essere stampate in un colore, poi quelle che dovevano essere stampate nell’altro colore, infine sistemare il testo nelle posizioni giuste e mettere il tutto nella pressa.

Il libro venne stato stampato in 69 esemplari, ciascuno dei quali firmato dall’autore nella pagina del colophon.

Nel filmato non si vedono le operazioni di rilegatura.

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