Stamperia Valdonega

La Stamperia Valdonega è stata fondata a Verona nel 1948 ed è specializzata nella stampa di qualità. Dal 2007 è di proprietà del Gruppo Siz. Ha avuto contratti con case editrici italiane ed estere di grande rilievo. Tra le altre cose, ha dato vita al programma Val che “nasce dalla convinzione di poter contribuire a migliorare la qualità di stampa delle più note font esistenti sul mercato del dtp e avvicinarsi, nel caso di caratteri classici disegnati a suo tempo per essere stampati dal pimbo, all’effetto dell’impressione tipografica”, dice Wikipedia (dtp dovrebbe essere Desktop Publishing). Il primo tipo di carattere ad essere entrato in questo progetto è il Dante, disegnato negli anni 50 proprio dal fondatore Giovanni Mardesteig e digitalizzato dalla Monotype a Londra nel 1991. Dopo avere migliorato il Dante, i tecnici della stamperia si sono dedicati ad altri classici (Garamond, Simoncini Garamond, Baskerville, Bodoni, Bembo, Centaur, Times, Gill Sans... Tra gli altri nomi, noto l’Imprint, disegnato nel 1912 da J.H. Mason, un classico della Monotype (simile al Caslon, secondo Identifont), a cui l’articolo di Wikipedia attribuisce un link rosso (manca l’articolo corrispondente. Al Garamond di Simoncini non è assegnato neanche il link).

Altri due font che fanno parte della scuderia sono il Van Dijck e il Greco. Il primo è basato su un old style olandese del diciassettesimo secolo; fa parte anche dei classici della Monotype. E il Greco, con la G maiuscola? Non esiste un classico con questo nome. Si intende forse l’alfabeto greco?

La pagina dedicata al progetto FontVal sul sito di Siz dice che i font che fanno parte di questo progetto sono tredici. Non li elenca. Però mostra un’immagine di un testo impaginato nel Dante tradizionale e nella versione del Dante realizzata nell’ambito del progetto. I tratti di ogni lettera sono più decisi, lo spazio tra le righe è minore, i tratti sottili non tendono a scomparire sullo schermo... Insomma visivamente si nota la differenza. Le lettere sono più grandi, occupano più spazio in orizzontale, ma meno in verticale. Nell’esempio che si vede sul sito si può notare che dieci righe di Dante Fontval possono occupare in altezza quanto nove righe di Dante tradizionale; visto che le lettere sono più larghe però, non solo la quantità di testo che è possibile inserire nello stesso spazio non aumenta, ma diminuisce di poco (restano fuori una decina di lettere).

Tutto questo ci riporta alle considerazioni sulle misurazioni dei font digitali: visto che il corpo del carattere metallico corrisponde all’altezza delle lettere, ossia alla distanza tra una riga di testo e l’altra meno il valore dell’interlinea, dobbiamo dedurre che la seconda scritta è in un corpo minore rispetto alla prima? Non necessariamente. Nell’uso comune dei word processor si può notare che scrivendo due testi affiancati nelle caselle di una tabella, entrambi nella stessa grandezza ma usando font digitali diversi (esempio Times e Garamond), le righe non vanno di pari passo. Questo perché ogni font reagisce in maniera diversa nel software a seconda delle sue caratteristiche interne. Quindi quando si seleziona “interlinea singola” dall’apposito menu, comunque il valore dell’interlinea varia a seconda del font utilizzato. Quante righe di testo ci entrano in una pagina, se impostiamo la grandezza a 12? Dipende dal font utilizzato. Ovviamente è possibile impostare un’interlinea fissa dall’apposita finestra con le impostazioni del paragrafo (in Openoffice: si clicca col destro sul testo, poi Paragrafo, poi scheda Paragrafo, menu a discesa Interlinea, e si imposta il valore in centimetri anziché in punti come nei programmi professionali). In quel caso le righe in font diversi procedono di pari passo. Possibile quindi che qui si tratti dello stesso corpo in entrambi i casi; impostare un’interlinea fissa significherebbe che un testo impaginato nel secondo font occuperebbe molto più spazio rispetto al primo. Ma non c’è nessun bisogno di aumentare l’interlinea visto che il testo è perfettamente leggibile così com’è e la pagina ha quasi la stessa tonalità di grigio di quella che fa uso del font tradizionale; non c’è nessun bisogno di aggiungere spazio inutile tra le righe.

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