Alfabeto avestico
Era diffuso dalle parti dell’Iran. Wikipedia in italiano elenca le vocali e consonanti in lettere latine, ma non mostra la tabella dei caratteri che componevano questo alfabeto. La versione inglese mostra un paio di tabelle scannerizzate da vecchi libri, tra cui l’enciclopedia di Diderot, e inserisce nel testo i codici Unicode delle singole lettere. Senonché sul mio computer viene visualizzato tutto come tofu, ossia quadratini generici col numero scritto dentro. Evidentemente sono lettere così insolite da non essere state inserite neanche nel Segoe Historic, che pure contiene tutti i geroglifici e i caratteri cuneiformi.
Dalle immagini che si vedono accanto all’articolo viene fuori che la scrittura era a lettere unite, da destra verso sinistra, come l’arabo.
Il blocco Unicode è quello che va da u+10b00 a u+10b3f.
Qua e là sul web si trova pure qualche font in cui le lettere sono inserite al posto di quelle latine, per cui battendo sulla tastiera vengono disposte da sinistra a destra, pur mantenendo la loro forma (cosa che non ha senso, praticamente).
Da Font Space si può scaricare l’Avestamanus font, che ha solo le lettere di questo alfabeto, e nelle posizioni giuste, per giunta. Dopo averlo installato e avere riavviato il browser, la pagina di Wikipedia in inglese viene visualizzata correttamente almeno nella parte della tabella di traslitterazione... o almeno spero. In realtà dove parla di legature vediamo che il font non le fornisce, ma mostra le lettere singole e le lettere affiancate senza unirle. La parte relativa alla punteggiatura contiene solo il punto per separare le parole e i tre punti per segnalare la fine della frase. Mancano due punti, punto e virgola eccetera, a cui pure sono state assegnate delle posizioni.
Sono otto le caselle rimaste vuote nel blocco unicode assegnato (oltre alle tre lasciate non assegnate).
Per evitare problemi di assenza o non corrispondenza del font, in questi casi Wikipedia, negli alfabeti più diffusi, accanto alla lettera Unicode ci mette anche un’immagine della lettera. Solo così si potrebbe avere di visualizzare la pagina correttamente, anche non avendo installato nessun font adatto.
Nella scheda che Wikipedia dedica a questo alfabeto il periodo indicato è 400-1000. Quindi è più di un millennio che non si usa più, tranne che per gli studiosi di testi antichi.
Complicazioni
Il fatto di usare tre bytes per i codici di ogni lettera crea qualche problema di compatibilità tra i vari software. A livello di programmazione, la cosa più sensata è quella di convertire il codice in decimale, e poi convertirlo in carattere con l’apposita funzione (tipo “chr”). In questo modo si possono scegliere delle lettere e salvarle in un file di testo e anche ripescarle, ma a condizione di avere impostato la codifica giusta per il file: salvarlo come Ansi stravolge completamente il contenuto del documento.
Aprire poi un file txt col blocco note di Windows dà come risultato una serie di quadratini vuoti: a quanto pare il programma non supporta questo tipo di lettere. Comunque i codici vengono preservati, per cui copiandole e incollandole nel programma di videoscrittura il risultato è quello desiderato.
Diverso il discorso se si tratta di copiare le lettere dal browser al word processor. Nel mio caso OpenOffice mi risponde con un grosso punto interrogativo. E sì che il programma le lettere le riconosce: dopo avere installato il font si può tranquillamente scrivere la frase con Inserisci/Caratteri Speciali. Il risultato può essere copiato su Blocco Note (dove compare sotto forma di quadratini), salvato (scegliendo l’opzione Unicode prima di cliccare sul pulsante Salva), e poi ricopiato da Blocco Note a OpenOffice. Evidentemente c’è una codifica diversa che riguarda solo le pagine web.
Per quanto riguarda il font che ho scaricato, ha un grosso problema che riguarda la visualizzazione dei caratteri: non solo le legature che compaiono nella pagina di Wikipedia, ma nessuna legatura è attiva. Digitando le varie lettere in Inserisci/Caratteri Speciali queste non si uniscono tra di loro, come succede per la lingua araba, ma restano separate tra di loro, dando anche un pessimo effetto visivo.
Possibile che sul web ci sia qualche font più efficiente (gratuito, per forza: difficile che un alfabeto del genere abbia qualche valore commerciale). Ma visto che non sono uno studioso di lingue antiche, non ho neanche provato a cercarlo.
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