Differenze tra abugida e abjad

Il sillabario inuktitut in uso presso gli inuit (quelli che una volta si chiamavano eschimesi) è definito da Wikipedia in inglese un sistema di scrittura abugida. Che vuol dire abugida? Non è un alfabeto a cui mancano le vocali? Questo sistema di scrittura è formato da sillabe, quindi la vocale che deve essere pronunciata è insita in ciascun segno.

In realtà si rischia di fare confusione tra abugida e abjad, come la stessa Wikipedia sa bene: alla voce abugida , in inglese, la prima riga dice: “Da non confondere con abjad o semi-sillabario”.

In italiano il titolo della pagina dedicata all'abugida è alfasillabario (che è sinonimo): “un sistema di scrittura ibrido costituito da segni (grafemi) che fondono una consonante e una vocale intrinseca”. Estensioni e segni diacritici possono modificare i segni indicando l’aggiunta di altre vocali o l’assenza di vocale.

Un esempio di alfasillabario è il devanagari, che si usa in India: c’è un solo segno che rappresenta la sillaba ka, che può diventare ke, ki, ko, ku con l’aggiunta di altri segni, che hanno lo stesso effetto se aggiunti ad altri caratteri consonantici. Da la si può ottenere le, li, lo, lu applicando gli stessi segni nello stesso modo.

Il termine abugida è stato proposto da un linguista nel 1990 ed è formato dalle prime quattro lettere della lingua ge’ez, ordinate secondo l’alfabeto greco e comune con la lingua semitica (in greco le prime quattro lettere sono alfa, beta, gamma, delta. Anche la parola alfabeto è stata concepita con lo stesso sistema).

Il termine alfasillabario è ancora più recente: risale al 1997.

L’abjad invece è un alfabeto composto in prevalenza dalle sole consonanti: ne sono esempi i sistemi di scrittura ebraico, arabo e aramaico, nei quali le vocali non sono segnate, nell’uso comune, rendendo impossibile agli stranieri la pronuncia di una parola scritta che non conoscono.

Wikipedia segnala sette tipi diversi di sistemi di scrittura: oltre ad alfabeto, abjad e abugida troviamo alfabeto distintivo, sillabario, pittografia e logografia.

Nella pittografia il segno grafico o pittogramma rappresenta l’oggetto visto e non il suono usato per identificarlo. Un pittogramma è quando viene disegnato un piede per indicare la parte del corpo; se invece il disegno di un piede vuole indicare la parola camminare, allora viene definito ideogramma.

Pittogrammi e ideogrammi vengono entrambi definiti logogrammi, ossia segni che indicano parole.

Si parla di logogrammi quando il singolo elemento del sistema di scrittura rappresenta “sia il significante (l’elemento formale, fonico o grafico) che il significato (ciò che l’elemento vuol dire). Quindi lo stesso logogramma può essere usato per indicare parole diverse con lo stesso significato (sinonimi) ma anche parole uguali con significato diverso (omonimi)”. In italiano Wikipedia non riesce a scrivere più di 5 righe sull’argomento.

Il sillabario vero e proprio lo troviamo nella lingua cherokee, in giapponese, nella lingua yi cinese.

Wikipedia ha molto da dire sull’argomento, tra cui un paragrafo per spiegare le differenze con l’abugida.

Infine abbiamo l’alfabeto distintivo (featural alphabet) che prevede la codifica dei tratti distintivi piuttosto che dei singoli segmenti. L’esempio principale di alfabeto distintivo è il sistema di scrittura coreano hangul; ma anche le tengwar di Tolkien (inventate appositamente per i popoli elfici dei suoi romanzi) possono essere considerate un alfabeto distintivo.

Commenti

Post più popolari