Mesrop Mashtots
Il nome di Mesrop Mashtots non è molto conosciuto qui in Italia. Si tratta di un monaco, teologo e linguista armeno vissuto tra il quarto e il quinto secolo dopo Cristo. Per diffondere la Bibbia tra le popolazioni armene che ancora non avevano una letteratura scritta, inventò un alfabeto, probabilmente adattando lettere greche in uso all’epoca, quelle della scrittura pahlavi e dell’alfabeto siriaco.
Nella prima versione l'alfabeto aveva trentasei lettere, nel dodicesimo secolo ne vennero aggiunte altre due. Altri cambiamenti minori vennero fatti in seguito.
Secondo Wikipedia esistono quattro forme di scrittura armena: lettere corazzate (usate tra il quinto e il tredicesimo secolo, e oggi nelle iscrizioni epigrafiche), il corsivo (inventato nel decimo secolo e utilizzato nei primi libri stampati), il minuscolo (più rapido, inventato ai tempi della diaspora circa nel sedicesimo secolo) e la scrittura obliqua (comune al giorno d’oggi).
L’enciclopedia elenca queste forme di scrittura ma non mostra nessuna tabella comparativa, neanche in lingua inglese.
I motori di ricerca restituiscono nulla in proposito.
Sul web circola anche uno schema secondo il quale le lettere dell’alfabeto sarebbero modellate su parti della svastica, ma non si sa che attendibilità possa avere questa informazione.
È comunque vero che fin da prima dell’età del bronzo in Armenia la svastica era usata come simbolo di eternità e luce eterna, e quindi di Dio, dice ancora Wikipedia.
L’enciclopedia mostra due ritratti di Mesrop Mashtots. Uno dei due lo raffigura con la barba grigia, un mantello nero bordato di rosso con cappuccio, mentre in piedi accanto a un tavolino con penna e calamaio è intento a scrivere un libro. Sembrerebbe un’icona antica, ma la didascalia fornisce una data molto più recente.
L’altro è un bel dipinto dell’italiano Francesco Maggiotto, settecentesco. Il santo è raffigurato a capo scoperto ma sempre con abiti neri da monaco, mentre osserva un angioletto che con una tavola in mano segue col dito le varie lettere che vi sono impresse. Altre lettere mi pare compaiano nell’alone luminoso che brilla al centro del torace del santo. A terra ci sono tre libri e un calamaio. In alto il sole con una croce e due angioletti affacciati dalle nuvole. A destra un bastone, in basso un crocifisso e un cappello come quello dei vescovi (forse da patriarca).
Nella sua biografia Wikipedia non parla mai di beatificazione, ma nella scheda dice che “tutte le chiese che ammettono il culto dei santi lo venerano”. La sua ricorrenza è il 17 febbraio. È patrono dell’Armenia.
Secondo la tradizione, la prima frase che Mesrop scrisse col suo alfabeto fu l’incipit del libro dei proverbi di re Salomone: “Per conoscere la sapienza e la disciplina, per capire i detti profondi, per acquistare un’istruzione illuminata”.
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