Bai Jamjuree

Il Bai Jamjuree è un font poco conosciuto che si può scaricare da Google Fonts in ben sei pesi più relativi italici.

È stato realizzato dalla fonderia tailandese Cadson Demak, e contiene l’alfabeto tailandese, oltre a quello latino.

Forse a rendere diffidente il pubblico occidentale è il nome, che lascia pensare a quei molti font progettati principalmente per alfabeti stranieri, nei quali la cura dedicata alle lettere latine è minima.

In questo caso le lettere latine sono dichiaratamente ispirate all’Eurostile, anzi, per quanto ne so si tratta del migliore esempio di Eurostile presente su Google.

L’unico altro esempio che mi veniva in mente è il Michroma, di Vernon Adams, dove però le lettere sono sproporzionatamente larghe. È un font adatto soprattutto ad usi display, non certo a riempirci una pagina o un paragrafo di testo.

Il Bai Jamjuree invece è praticamente un’alternativa libera all’Eurostile. È più largo, ma non eccessivamente. Alcune lettere conservano la stessa conformazione di quelle dell’Eurostile, anche se con proporzioni diverse (a-e-c). Altre invece si distinguono: la l, che nell’Eurostile è rettangolare, qui è a manico d’ombrello; la M, che nell’Eurostile ha il vertice che tocca terra, qui ha il vertice rialzato.

Non ci sono problemi per l’uso in italiano, visto che tutte le lettere accentate necessarie sono presenti.

Identifont non conosce il font, quindi non è possibile fare il confronto immediato con le forme dell’Eurostile.

Scorro un po’ i sans di Google per vedere se c’è qualche cosa di simile. La lettera che mi viene in mente per prima a proposito dell’Eurostile è la O, per via di uno specimen che metteva in relazione i caratteri con l’epoca nella quale vennero sviluppati: i romani disegnavano archi tondi e lettere dello stesso tipo; nel medioevo gli archi erano a punta e le lettere pure, mentre nell’epoca moderna la forma delle O dell’Eurostile ricordava i finestrini dei treni, o qualche soluzione architettonica simile negli edifici. In realtà se la presenza di tratti rettilinei nella O è più frequente (anche il Titillium ce li ha) è la forma della C ad essere più rara, con tratti quasi rettilinei sia in orizzontale che in verticale, ed estremità che vanno a fronteggiarsi restringendo di molto l’uscita.

Un font sul quale mi si ferma lo sguardo è l’Abel, che però è molto stretto e dà un effetto completamente diverso.

Un altro è il Rajdani, che contiene le lettere devanagari che si usano in India. Qui la forma quadrata con i raccordi tondi si può notare nelle maiuscole, anche se il tutto è applicato in maniera più rigida e spigolosa, ma se guardiamo le minuscole siamo lontani anni luce. La a è ad un solo livello, la c è aperta, idem per la g, per cui quest’ultima lettera sembra molto più fredda e meno umana rispetto a quella dell’Eurostile.

Il Rubik ha una C che tende a chiudere, ma mancano i tratti rettilinei orizzontali sopra e sotto.

Una C che chiude e con qualche accenno di rettangolarità ce l’ha anche l’Archivo (nessun tratto è rettilineo, però). Ancora basta guardare le minuscole per accorgersi che siamo in tutt’altro settore, con la a che curva tranquillamente come se fosse serif e una g a doppio occhiello.

La lista è molto lunga e non mi va di scorrerla tutta.

Noto solo che lo Spartan è disponibile su Google Fonts come carattere variabile. Non c’entra assolutamente niente col post di oggi, ma per me è una novità. Lo Spartan è stata la storica risposta americana al Futura. Dovrò tornare da quelle parti a darci un’occhiata più approfondita.

L’ultimo sguardo prima di chiudere si ferma sul Monda, di Vernon Adams. La C chiude, ma altre lettere minuscole, come a-s-t hanno una concezione completamente diversa rispetto all’Eurostile.

Commenti

Post più popolari