Come traslitterare un testo in alfabeto etrusco con OpenOffice

Voglio traslitterare un testo scritto in italiano usando le lettere dell’alfabeto etrusco. Nulla di scientifico, solamente per fare scena, magari per decorare una ricerca scolastica o una vignetta di qualche tipo. Come si fa?

Facilissimo: basta installare un font nel quale le lettere etrusche sono posizionate al posto di quelle latine. A quel punto si può scrivere tranquillamente usando quell’alfabeto.

Ma in Unicode le lettere etrusche hanno delle loro posizioni ben definite. Che faccio se voglio usare quelle?

Un’idea semplice sarebbe quella di impostare una macro in OpenOffice Writer per sostituire tutte le lettere dell’alfabeto latino con quelle dell’alfabeto etrusco.

Il metodo che si può utilizzare è quello della registrazione: attivo la registrazione di una macro, poi clicco su Modifica, Trova E Sostituisci, nella prima casella ci scrivo la lettera A, nella seconda la corrispondente lettera etrusca, ed ecco fatto.

Si potrebbe continuare a registrare la macro lettera per lettera in questo modo, oppure agire modificando il codice. Se terminiamo qui la registrazione e poi andiamo in Strumenti, Macro, Organizza, OpenOffice Basic vediamo che nella macro che abbiamo salvato c’è un lungo blocco di assegnazioni che comincia tutto per args1 a cui segue un numero tra parentesi, il simbolo dell’uguaglianza, e poi un nome e un valore.

I valori che ci interessano sono due, il 10 e l’11, rispettivamente la stringa che cerchiamo e quella con cui la vogliamo sostituire. Nella versione che si è registrata automaticamente possiamo vedere che la prima variabile è la lettera A, la seconda è la corrispondente lettera etrusca.

In teoria possiamo copiare l’intero blocco per 26 volte (una per ogni lettera) e cambiare di volta in volta la lettera e il rimpiazzo, ma si viene ad occupare uno spazio enorme. È possibile occuparne di meno con un ciclo in linguaggio di programmazione. 

 

for i=1 to 26
args1(10).Value = latino(i)
args1(11).Value = etrusco(i)
dispatcher.executeDispatch(document, ".uno:ExecuteSearch", "", 0, args1())
next i

In pratica i valori delle variabili numero 10 e numero 11 dell’array args1 li tagliamo dal blocco in cui si trovano (che per il resto rimane tale e quale come è) e le inseriamo in un ciclo che per ogni lettera contenuta nell’array latino la sostituisce con la lettera nella posizione corrispondente nell’array etrusco.

A questo punto dobbiamo definire i due alfabeti, inserendoli prima dell’inizio di questo ciclo. In altri linguaggi di programmazione è facile definire dei dizionari nei quali ad ogni valore ne corrisponde un altro. Oppure elencare degli array in maniera compatta. Nel Basic di OpenOffice non so se esiste una forma compatta. Quello che ho visto io è l’assegnazione di una variabile per ogni riga.

Dimensioniamo due variabili latino e etrusco, come array di lunghezza 26. A questo punto andiamo ad impostare le varie corrispondenze, una alla volta. 

 


 

Per sapere quali sono le lettere etrusche e come venivano pronunciate si può fare riferimento a Wikipedia. Si possono copiare tutte le lettere in Blocco Note e poi da Blocco Note all’editor Basic. Non dal browser a OpenOffice altrimenti ci sono dei grossi effetti indesiderati: le lettere potrebbero convertirsi in quadrati (tofu) ma quel che è peggio si potrebbe intoppare il programma eseguendo la macro (eventualmente senza neanche dare la possibilità di salvare i contenuti, né la macro stessa). Meglio salvare la macro e i contenuti prima di eseguire il codice, se si vuole evitare di dover digitare di nuovo tutto da capo.

Ricapitoliamo: la lista degli args1 l’abbiamo ottenuta registrando la macro, le corrispondenze tra i due alfabeti le abbiamo impostate lettera per lettera subito dopo; un ciclo effettua le sostituzioni in blocco per ciascuna delle lettere dell’alfabeto (prima sostituisce nel testo tutte le A, poi tutte le B, eccetera). E qui finisce tutto.

Una difficoltà può essere quella che non a tutte le lettere latine ne corrisponde una etrusca: agli etruschi mancava la G, per esempio. In questo caso (visto che non stiamo facendo una cosa scientifica) possiamo prendere una lettera inutilizzata, che corrisponde a un suono che gli etruschi avevano e i latini no, e utilizzarla al suo posto (esempio, il suono sc- come in sci aveva una lettera a sé; la possiamo usare al posto della G. Così un etrusco leggerebbe Scianni al posto di Gianni. Difficilmente incontrerete un etrusco in giro, però. Quindi non c’è da preoccuparsi. A noi interessa solo l’effetto visivo).

Se tutto è andato per il verso giusto, la macro funzionerà tranquillamente per tutte le lettere latine... tranne quelle accentate! Per risolvere il problema bisogna lavorare ancora sul codice: ridimensionare gli array aggiungendoci anche le lettere accentate. Che sono solo 6, in italiano: le cinque vocali con accento grave, più la e con accento acuto (almeno, queste sono quelle presenti sulle tastiere). La funzione di default non è case-sensitive, quindi non bisogna ripetere lo stesso lavoro anche per le maiuscole (del resto, quando non si scrive in tutto-maiuscolo, l’unica vocale accentata che compare di solito a inizio frase è la è). 

 

Un testo in Times New Roman traslitterato in lettere etrusche. Visto che le lettere etrusche non sono incluse nel Times New Roman, vengono caricate quelle di default, che possono risultare fuori luogo rispetto ad altri elementi che rimangono in Times, come per esempio apostrofi e virgolette. Molto meglio riconvertire il tutto in un font in cui lettere e punteggiatura sono più armonizzate. In questo caso poi sono rimaste in Times anche le lettere accentate. Le conversioni da prevedere non sono soltanto 26 (una per lettera): a queste bisogna aggiungere anche le 6 lettere accentate (le cinque vocali con accento grave, più la e con accento acuto, che sono quelle presenti sulla tastiera e che si usano più spesso).

 

C’è da dire che i caratteri etruschi vengono sostituiti al testo della pagina anche se questo è in un font che non supporta il relativo alfabeto. La forma delle lettere viene caricata da un font standard nella quale si trova. Il risultato può creare un contrasto con i simboli che restano nella pagina, per esempio la punteggiatura, che può apparire fuori luogo. Meglio riconvertire il testo in un font che supporta le lettere etrusche (si può fare anche dopo la traslitterazione). 

In generale, un testo scritto in etrusco sembra molto più rozzo del corrispondente testo romano. Non necessariamente per scarsa qualità del font. Basta confrontare le antiche iscrizioni etrusche con quelle romane di poco successive per rendersi conto del fatto che l’eleganza dell’alfabeto latino elaborato all’epoca è insuperabile (e infatti è ancora alla base del disegno delle lettere tuttora in uso). 

 

In questo caso il testo è stato impaginato in Segoe Historic. Il font supporta le lettere etrusche, quindi non si viene a creare nessun contrasto sgradevole con la punteggiatura, o con altre lettere dello stesso font aggiunte in seguito (la prima frase in lettere latine). Il testo traslitterato è quello di default di OpenOffice, che si ottiene scrivendo "te" (testo di esempio) e premendo subito dopo il tasto F3. Là dove mancava una corrispondenza univoca tra lettere latine e etrusche ho risolto con un'altra lettera etrusca che era rimasta inutilizzata. Discutibile, ma chi vuole fare scelte diverse può personalizzarsi la macro come vuole. E' possibile anche associare combinazioni di lettere a lettere singole (in certi alfabeti la c si può scrivere in maniera diversa se precede a-o-u oppure e-i). L'importante è impostare la macro perché lavori prima sulle combinazioni di lettere e poi sulle lettere sfuse, altrimenti il risultato potrebbe essere diverso da quello che ci si aspetta.

 

Un lato positivo di questo alfabeto è che la forma delle lettere somiglia lontanamente a quella delle nostre stampatelle. È abbastanza intuitivo riuscire a leggere un testo trascritto in questo modo, e con un po’ di abitudine si possono imparare rapidamente le forme più insolite.

Invece che usare l’alfabeto etrusco si può utilizzare qualsiasi altro alfabeto: alcuni font hanno una parte dedicata alle lettere gotiche, per esempio. Senza contare che qualcuno potrebbe voler usare questo sistema per traslitterare in qualche alfabeto straniero, greco, cirillico o chissà che altro (per la traslitterazione opposta bisogna invertire i parametri nella formula presente nella macro).

Non necessariamente la sostituzione deve essere fatta lettera per lettera: si possono sostituire due lettere con una, o una con due (gli etruschi non avevano la w: posso sostituirla con due v).

Chiaramente trovare un font già fatto è molto più comodo (a parte le sostituzioni multiple, a meno di legature facoltative abilitate), senza contare che esistono servizi online che permettono di creare delle scritte con estrema facilità (ad esempio per visualizzare sui social una frase utilizzando le lettere gotiche presenti nel font di default).

Comunque l’idea della macro non è da buttare. Ci si suda un po’ all’inizio, ma poi basta un click per ottenere esattamente il risultato che vogliamo ogni volta che ne avremo bisogno.

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