Gesto

Type and Media è un master in disegno dei caratteri tipografici tenuto alla Royal Academy of Art dell’Aja, in Olanda. Nel primo semestre gli studenti completano vari moduli e assistono a conferenze di ospiti esperti. Nel secondo semestre realizzano un loro progetto. Sul sito ufficiale si possono vedere i risultati finali dell’anno che si è appena concluso. Tra questi c’è anche il lavoro di un italiano, il siciliano Ruggero Magrì, che ha disegnato un font che si chiama Gesto.

Il carattere è disponibile in due versioni, Piccolo e Grande. Il Piccolo è praticamente uno slab, caratterizzato da qualche tocco insolito come per esempio la punta della gamba della R, che termina con uno spigolo strano.  Si tratta della la prima cosa che salta all’occhio, anche perché inaspettato, tenuto conto di come sono angolate le grazie di lettere come E e L, o di quanto si allungano le grazie slab ddi A, M, F.

La versione Grande invece è tutta un’altra storia. Qui ogni lettera è originale, con grazie strutturate come se fosse un upright italic, aste talvolta scampanate, linee curve, tratti che sembrano sollevarsi al di sopra degli altri, andamento che talvolta mi ricorda quello ondulato del dentifricio nella pubblicità.

Parecchi specimen possono essere ammirati sul sito di Typemedia, e anche Devroye li ha raccolti sul suo sito. Dove c’è anche qualche foto dell’autore, e una biografia dettagliata, che parla tra l’altro di un font gratuito realizzato nel 2018: l’Ignazio, “disegnato per la segnaletica della metropolitana di Catania” (dice “underground”. A Catania c’è una metropolitana, ma mi pare usi un font diverso. Forse si intende il possibile uso per cui è stato pensato).

Il set dell’Ignazio pure si può vedere sul sito di Devroye. Alcune lettere sì sono svizzere, anche se a differenza dell’Helvetica qui si tende a lasciare le curve molto aperte, specie in c,e,C,S.

Alcune lettere però hanno dei tratti fin troppo originali, che saltano subito all’occhio: la A ha il tratto centrale composto di due segmenti disposti a v. La E è una C con un tratto orizzontale centrale (tipo il simbolo dell’euro). Infine, la M ha la particolarità che i due tratti obliqui non si congiungono con le aste verticali alla loro sommità, ma leggermente più in basso.

Devroye dice che si tratta di un font gratuito. Già, ma dove lo si può trovare? I motori di ricerca non restituiscono nulla di preciso. Il sito ufficiale di Magrì è interessante dal punto di vista del design, ovvero non dice nulla di umanamente comprensibile (rimanda ad alcune foto pubblicate su Instagram). Per fortuna c’è Devroye che scrive che il progetto è stato realizzato per la cooperativa Colllettivo (con tre l).

E infatti sul sito di questa cooperativa si può trovare l’Ignazio, all’ultimo posto (e anche qui l’impaginazione è un po’ problematica. Però permette di scaricarlo tranquillamente, in versione Display e Text, in formato otf, woff e woff2).

Tra gli altri lavori che si possono trovare sul sito, alcuni dei quali attribuiti a disegnatori dai nomi stranieri, ci sono serif (Ortica, Sneaky Times), monospace (Necto Mono), altri sans tradizionali (Porpora), qualcosa dagli influssi lontanamente medievali (Sinistre), e altri lavori più creativi (Ribes, a contrasto inverso; Mazius Display, italico display con parecchio contrasto). 13 lavori in tutto, finora (in barba alle superstizioni).

Tutti gli altri progetti presentati dal sito di Type and Media provengono da autori con nomi stranieri. L’unico che proviene da una disegnatrice col nome apparentemente italiano è l’Edonia, serif con grazie triangolari e spigoli a movimentare tratti che dovrebbero essere curvi. La disegnatrice è Elena Peralta, ma la nazionalità non è italiana: è spagnola.

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