Good Times
Si tratta di un senza grazie con tratti a spessore costante caratterizzato da una S con tre tratti rettilinei orizzontali, come in un famoso logo della Nasa che è rientrato in servizio l’anno scorso.
Anche i terminali della C si concludono orientati nello stesso modo (in orizzontale).
La M ha i fianchi divergenti, ma una caratteristica che si nota in questo font è la presenza di gap là dove non ci dovrebbero essere. Il trattino orizzontale della A non si congiunge col fianco sinistro, come pure avviene nella B, dove i due occhielli sono in comunicazione. Anche in E ed F il trattino orizzontale è staccato dal resto della lettera. La P resta aperta, come pure la R. La K si compone di due parti (asta verticale e resto della lettera) e lo stesso avviene per la H, che ha un aspetto molto singolare.
Il font è composto soltanto di lettere maiuscole.
Il file gratuito che si può scaricare da Dafont è parte di una famiglia più grande, che si trova a pagamento sul sito di Creative Fabrica e comprende numerosi pesi, dai più sottili ai più spessi, inclusi gli italici, più una versione sporca, senza italico.
Su Creative Fabrica si possono vedere varie anteprime che mostrano come appaiono le scritte in questo font a varie dimensioni diverse, e sono tutte frasi in latino, il che crea un certo contrasto con un font che evoca la tecnologia e la fantascienza.
Anche il logo della Pepsi ha una S che ha lo stesso andamento, e nella stessa categoria di Dafont si può vedere un altro font ispirato a questo immaginario, chiamato Pepsi, appunto (senza indicazioni sulla licenza, ma caricato da Jakub Degorski). Qui la E ha il tratto verticale leggermente curvato verso sinistra, mentre il tratto orizzontale è collegato normalmente al resto della lettera. I tratti sono molto più pesanti rispetto al Good Times.
La categoria oggi è dominata da Avengeance Heroic Avenger di Fontry (ispirata agli Avengers), dal Raider Crusader (anche questo di maiuscolette, semi-serif con grazie triangolari e soluzioni originali e appuntite in A e R e tagli insoliti in E, S, C) e il Valorant di Bryan T. Quest’ultimo è composto di lettere maiuscole abbastanza geometriche, senza grazie, spessore costante, varianti per incastrarsi una nell’altra (la A può avere un fianco obliquo e uno verticale, a seconda se deve infilarsi sotto il fianco destro di una V o accostarsi al tratto verticale di una N che la precede). A me ricorda il WoodWarrior, anche se non ha tutte quelle bizzarrie.
All’ultimo posto della classifica in questa categoria (all’87ma pagina) c’è il Kagaku, di Rhamdani Mardiansyah, composto di linee rette a spessore costante, quasi fossero strisce di nastro adesivo nero. Gli spigoli sono smussati regolarmente a 45 gradi, alcuni tratti sono in pendenza dove non dovrebbero essere orizzontali (G, A), ma ne complesso le lettere sono abbastanza leggibili. Oltre alle maiuscole è dotato anche di minuscole. Le lettere più bizzarre in assoluto sono M e W, sia maiuscole che minuscole, che hanno un’arcata più larga e una più stretta (sempre ottenute con tratti rettilinei obliqui) che hanno un aspetto che di primo acchitto è abbastanza sgraziato. Anche l’uso di c e n minuscola lascia un po’ perplessi. Il numero 5 ha la parte inferiore che tende a stringersi sulla sinistra, e a distanza si confonde facilmente col 6.
La f ha un tratto discendente, e anche questo è un aspetto insolito.
Il 9 e la g si distinguono, oltre che per il livello su cui poggiano, per il fatto che il numero ha l’occhiello che si stringe molto verso destra, mentre la lettera si allarga molto verso destra.
4 aperto, i col puntino di forma di quadrato poggiato su un vertice (diamante).
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