Gft Lespresso Sans

Nel 2011 Joel Berg ha riprogettato la veste grafica del settimanale L’Espresso. Per i titoli venne usato il Franklin Gothic Condensed, disegnato nel 1903 da Morris Fuller Benton. Il carattere prese il posto del Gft Lespresso Sans, che era stato disegnato appositamente per il settimanale dal Giò Fuga. L’autore con un post sul suo sito criticò la scelta. Non soltanto per motivi campanilistici (il suo font, insieme a quelli progettati per il Corriere e per il Sole 24 Ore avevano “risvegliato il type design italiano”) ma anche per motivi pratici.

Il Lespresso Sans sarebbe stato “più incisivo” dopo l’eliminazione dalla grafica di altri font in stili diversi. Avrebbe occupato meno spazio in orizzontale, permettendo di scrivere titoli più grandi e con più parole (“se già con il gft Lespresso Sans i grafici dell’Espresso utilizzavano un track negativo molto accentuato, ora per far stare i titoli in giustezza dovranno sovrapporre le lettere!”, scrisse Fuga). Infine era dotato di accenti corti che permettevano di avere titoli compatti senza sovrapposizioni.

Per illustrare quest’ultimo punto il disegnatore aveva pubblicato sul suo sito dei confronti tra i due font. In caso di lettere accentate nella linea inferiore, bisognava aumentare lo spazio tra le due righe di un titolo per evitare che l’accento del Franklin andasse a finire sui tratti della riga superiore. Col suo font il problema non si poneva. E poi lo spazio in larghezza era maggiore nel Franklin, perché anche i tratti verticali erano più spessi. Mentre la O del Lespresso è come l’anello di una catena (con due tratti verticali rettilinei), quella del Franklin conserva tratti verticali curvi, e per giunta punta su un contrasto maggiore con quelli orrizzontali. Nel Lespresso i tratti orizzontali e quelli verticali hanno sempre lo stesso spessore apparente.

Per quanto riguarda i dettagli, si notano particolarmente il puntino sulla i (quadrato nel Franklin e tondo nel Lespresso), la forma della g (letteraria quella del Franklin, geometrica quella del Lespresso) e quella della l (rettangolare nel Franklin, a manico d’ombrello nel Lespresso).

Non so come sta messo il settimanale adesso (sono passati 10 anni). So che il sito è impaginato con un Helvetica condensato (della Adobe) per i titoli e con un Kepler (serif) per gli articoli. L’Helvetica ha punti quadrati e l rettangolar come il Franklin, ma ha una g con un occhiello solo. I tratti verticali della O tendono ad essere rettilinei, ma comunque viene conservato un certo contrasto con quelli orizzontali. 

I caratteri presenti sul sito vengono caricati dai server che il settimanale ha in comune col quotidiano Repubblica.

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