Herold
Ne esiste un revival digitale disegnato da Andreas Seidel nel 2003 per Astype con il nome di Heraut, più almeno due col nome originale: una di Vladimir Yefimov per ParaType del 1993, l’altra di Tom Wallace per Hih Retrofonts, 2008.
Non si tratta di versioni fotocopia come succede spesso: qui l’Herault ha una W dalle forme tradizionali, mentre quella dell’Herold ha le aste laterali che curvano marcatamente come fossero parentesi.
Da un font all’altro poi cambia sia la quantità di spazio da mettere tra una lettera e l’altra, sia la larghezza stessa delle lettere.
Un altro revival è il Noveau Bold, di Ricardo Santos, Vanarchiv, 2020.
L’immaginario che mi viene in mente è quello del Barnum, font italiano sconosciutissimo, di cui resta qualche specimen raccolto da Anonima Impressori. Il tipo di carattere ebbe un notevole successo nella prima metà del Novecento, essendo usato per i titoli di apertura dei quotidiani, anche in date storiche. Era infatti strettissimo e permetteva di inserire più parole a parità di spazio.
Sul sito di Devroye è finito nella pagina dei caratteri Art Nouveau raccolti da Anonima Impressori.
Tra i gratuiti queste forme mi fanno venire in mente l’Herkules di Dieter Stieffman (o l’Excalibur Nouveau di Typo Graf), che però è più largo e le grazie sono appena accennate.
Il nome di Hoffman è collegato pure al Bloc, un altro senza grazie che ai suoi tempi era usato sulle prime pagine dei giornali e in pubblicità (era più largo, però). Anche di questo ne esistono dei revival digitali.
In entrambi i casi comunque si tratta di font lontanissimi dalla sensibilità moderna e per questo poco usati oggi.
Fonts In Use segnala anche un Karola Grotesk e un Fraktur (di cui non raccoglie nessuna segnalazione).
Le segnalazioni riguardanti Hoffman sono in tutto 46, 35 delle quali dedicate al Bertold Block (tra cui su un libro di Marinetti sulla “cucina futurista”).
Anche i caratteri della testata di Charlie Hebdo derivano dal Block. La rivista francese è diventata tristemente famosa per via della strage terroristica avvenuta nella sua redazione alcuni anni fa. Dopo la tragedia, le persone scesero in piazza con dei cartelli con lo slogan “Je suis Charlie” (Io sono Charlie), le cui foto sono appunto mostrate dal sito nella segnalazione datata gennaio 2015.
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