Juliet
Juliet è uno dei font disegnati da Novarese. La data è il 1955.
Sul sito giapponese E-Daylight è disponibile uno specimen con tutte le lettere dell’alfabeto e i numeri.
L’asse è molto meno inclinata rispetto al Kunstler Script (diffuso oggi con i software da ufficio). La f ha un occhiello anche nel tratto discendente. La z ha il trattino orizzontale, come pure il numero 7.
La conformazione delle maiuscole è pure pressoché la stessa, ma i tratti sottili non sono filiformi come quelli del Kunstler e spesso si arrotolano su sé stessi molto di più.
Una versione digitale di questo font si chiama Ambassador Script. La famiglia comprende numerose versioni di svolazzi, lettere finali alternative, decorazioni calligrafiche.
My Fonts contiene una lunga descrizione di questo carattere. Si trattava di una versione di “tipo inglese” (in italiano nel testo) nella quale l’angolo tradizionale dell’inclinazione delle lettere era stato ridotto appositamente per semplificare il lavoro degli incisori e rendere più durevole il carattere in metallo realizzabile con le tecnologie dell’epoca.
Il Juliet è una pietra miliare nella storia della tipografia. A quanto dice la didascalia, tutti rimasero molto colpiti dalla leggibilità e dal colore che dava al testo, e cominciarono a imitarne lo stile nei font calligrafici successivi.
“Ideale per matrimoni, inviti, cartoline, copertine di libri e riviste, o dovunque è richiesto un tocco di eleganza calligrafica”, dice il sito.
L’Ambassador Script sta nella top 10 dei font del 2007, e ha anche la coccarda di My Fonts Rising Star.
È stato pubblicato da Canada Type, e porta le firme anche di Rebecca Alaccari e Patrick Griffin.
La prima ha un nome italianeggiante, ma a quanto pare è basata in Canada (Quebec, l’unica cosa che dice la sua biografia sul sito).
I suoi font più rilevanti sono Jonah (digitalizzazione dell’Urban di Franklin Photolettering degli anni 70), Doobie (altra digitalizzazione di un lavoro su pellicola degli anni 70 che circolava coi nomi di Hoopla e Scorpion) e Janice (revival del Putty Bold di Mecanorma, anni 60).
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