Macchine da scrivere Commodore

La Commodore è un’azienda conosciuta per i suoi computer, in particolare il Commodore 64 che è stato il modello più venduto di home computer negli anni Ottanta. Ma l’azienda produsse anche delle macchine da scrivere. Anzi, le radici dell’azienda affondano proprio in questo settore.

I fondatori Jack Tramiel e Manfred Kapp si conobbero all’inizio degli anni Cinquanta mentre lavoravano in un’azienda che riparava le macchine da scrivere.

Nel 1954 entrarono in società e cominciarono a vendere macchine da scrivere usate. Coi proventi acquistarono la Singer Typewriter Company. Divennero anche concessionari per la vendita di macchine addizionatrici Everest (un’altra marca importante nel mondo delle macchine da scrivere).

Nel 1958 l’azienda divenne importatrice di macchine da scrivere fabbricate da una compagnia cecoslovacca.

Negli anni Sessanta acquistò una fabbrica in Germania Ovest per fabbricare le proprie macchine da scrivere.

Nello stesso decennio prese contatti col Giappone, per fabbricare macchine addizionatrici, e da lì nacque l’intuizione di puntare sull’elettronica, ossia la tecnologia che avrebbe soppiantato tutti quei dispositivi che si basavano su congegni meccanici per eseguire i calcoli.

Qualche anno fa qualcuno aveva provato a fare una ricerca sui vari modelli di macchina da scrivere Commodore che si potevano ancora trovare in giro. Le informazioni sono ancora online, ma le varie foto che stavano vicino all’articolo sono scomparse.

Nel testo si nominava anche l’Italia: a quanto pare è qui che veniva realizzata dalla Commodore una copia della Remington Super-Riter. Si accenna anche ai tentativi di Tramiel di ottenere accordi con “una compagnia italiana” per produrre macchine da scrivere in Canada, ma non si fa il nome di questa compagnia.

Altri modelli forse provenivano dalla Spagna. 

Su un sito canadese dedicato alla Commodore c’è la foto di una macchina da scrivere portatile e azzurrina, senza informazioni e senza commenti, a parte l’anno: 1968.

Su Archive.org ci sono le scannerizzazioni delle fotocopie delle pagine di un atto del 1958 che riguarda la nascita della Commodore Portable Typewriter Company Limited, con lo scopo di “fabbricare, assemblare, importare, esportare, comprare vendere e trattare in macchine da scrivere, macchine addizionatrici e apparecchiature da ufficio di qualsiasi natura e genere e relativi accessori e ricambi”.

L’impaginazione è assurda secondo i criteri moderni. L’intestazione in prima pagina è in caratteri gotici alternati con una corsiva inglese a contrasto, così inadatta alle fotocopie che è praticamente illeggibile nella scannerizzazione.

Le restanti pagine del documento sono ovviamente battute a macchina, in paragrafi ben separati, con alcune parti messe in evidenza con alcune convenzioni: i nomi posti all’inizio dell’atto sono scritti con lo spazio tra una lettera e l’altra. Titoli e altre parole da evidenziare sono tutti in maiuscolo.

La parte finale del modulo, quella con la data, è di nuovo in gotico e corsiva inglese, con degli spazi bianchi per inserirci i dettagli a macchina. Il giorno è “tenth” il mese è “October” e l’anno è “the year of Our Lord one thousand nine hundred and” (scritto in corsiva sul modulo) “fifty-eight.” aggiunto a macchina in coda). 

I motori di ricerca restituiscono parecchie immagini di macchine da scrivere Commodore. Su quelle più obsolete la scritta non ha nulla a che vedere con il logo che venne poi usato in epoca informatica.

Su quella del 68 il simbolo era già quello: la C coi due trattini orizzontali rosso-blu a forma di bandierina.

Il modello più futuristico, con scritto Sq-2000, è una portatile elettrica sulla quale si vedono parecchie funzioni associate ai tasti superiori: line space (1,1e1/2, 2), pitch (10,12,15), underlining, bold, indent... Senza contare un tastierino strano sulla destra che non si sa a cosa serve (c’è un’unica foto su Pinterest senza informazioni). 

C’era anche una Sq-1000, senza tastierino a destra, di cui pure esiste una foto sul sito Zimmers. Si tratterebbe di un prodotto degli anni Ottanta, forse un prodotto originale di qualche compagnia giapponese venduto con logo Commodore per conto dell’azienda.

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