Photostat
La parola photostat divenne anche un verbo (come oggi qualcuno dice googlare per dire cercare su Google). Non ne esiste un solo modello, ma varie macchine diverse che funzionavano in maniera abbastanza simile e che spesso venivano designate col nome di Photostat o di Rectigraph, dal nome della compagnia che le produceva.
L’esigenza di avere macchine di questo tipo nasce con la società industriale, quando era necessario ottenere rapidamente copie di documenti di ogni genere, tra cui tutta la corrispondenza in uscita da una certa azienda. Tecniche precedenti sono carta carbone, pantografi, processo Blue (quello delle blueprints), duplicatori stencil e ciclostile. Il processo successivo è quello della xerografia, che portò alla scomparsa delle Photostat già alla metà degli anni Quaranta del Novecento.
Un bell’articolo riguardante l’evoluzione delle macchine per copiare i documenti è stato pubblicato in inglese sul sito Creative Pro. Non solo ci sono tante informazioni interessanti, ma sono anche raccolte varie pubblicità d’epoca che mostrano i vari sistemi.
Sulla pubblicità delle macchine Rectigraph si vede un apparecchio che è tipo una macchina fotografica a soffietto, ma più alta dell’operatore che la deve usare.
Non mi risulta che ci sia da qualche parte un museo dove sia esposta una Photostat in buone condizioni.
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