Sagittarius

Per molti dei font in uso i siti web non forniscono neanche una descrizione sommaria. È un vero piacere quando si può leggere una descrizione dettagliata di cosa significa un certo font, come è nato, qual’è l’immaginario circostante.

Hoefler&Co ha lanciato Sagittarius, con un dettagliatissimo e scorrevole testo di presentazione (in inglese) che racconta tutto quello che c’è da sapere in proposito.

Si accenna allo sviluppo del Peristyle, un sans-serif a contrasto che è una delle cose che si avvicinano molto al dimenticato Hastile, dell’italiano Butti, 1939. Solo che qui gli angoli sono arrotondati.

Lo sforzo del disegnatore di solito è quello di capire quali sono i dettagli che collegano un certo font a un certo immaginario: cos’è che rende delle lettere particolarmente militaristiche, solenni, o art-deco? In questo caso si trattava di evocare un immaginario collegato alla fantascienza. L’articolo elenca le fonti di ispirazione, mentre gli specimen raccolgono delle parole fantascientifiche non scontate (quantum, nanomachine, hydrocarbon...), scelte grazie a un apposito dizionario.

Il nome Sagittarius richiama la costellazione del Sagittario, che è quella dalla quale provenne un segnale nel 1977 che venne considerato da alcuni come la prova dell’esistenza di una forma di vita intelligente extraterrestre.

Al segnale chiamato Wow! è dedicata anche una pagina di Wikipedia in italiano. Si è trattato di un impulso singolo della durata di 72 secondi che non conteneva nessun messaggio, e che stranamente è stato ricevuto soltanto da una delle due antenne del radiotelescopio dell’Ohio, e mai più captato in seguito.

La traccia del segnale rilevato è memorizzata solo su un tabulato di carta sul quale venivano battuti dei caratteri monospace a seconda dell’intensità del segnale: 1 era il livello minimo, mentre dopo i numeri c’erano le lettere dell’alfabeto nell’ordine. Nel caso del Wow! Signal venne raggiunta la lettera U, il più alto livello mai raggiunto da quel radiotelescopio in tutta la sua attività.

(Per quanto riguarda il font usato negli anni Settanta sul tabulato notiamo un 4 aperto e una Q con coda mezza dentro e mezza fuori rettilinea).

Il nome Wow! deriva dal fatto che l’astronomo che notò l’anomalia cerchiò in rosso la sequenza di caratteri contenenti il segnale e ci scrisse a margine Wow!, con la stessa biro rossa.

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