Gli strani titoli di Nena News
Sul sito i titoli sono gestiti in maniera molto insolita. All’apertura della pagina vengono visualizzati nel serif di default del computer dell’utente. Subito dopo i caratteri diventano quelli di un sans stretto. Ma è inutile analizzarli con l’apposito strumento di Firefox: il nome del font non viene fuori. Non solo: ingrandendo il testo della pagina (Ctrl +) le lettere si sgranano. In pratica le scritte non sono scalabili. Cliccandoci sopra col destro viene fuori che sono immagini separate: ogni parola è un png a parte.
Questo modo di gestire i titoli non l’avevo mai visto da nessuna parte. Forse è un’abitudine obsoleta, nata quando non c’era la facilità che c’è ora di gestire i caratteri nella pagina usando i css che puntano a file remoti. Inizialmente il gestore del sito doveva fare riferimento soltanto sui font che immaginava potessero essere installati sui computer di gran parte degli utenti, che erano una manciata (Times, Arial/Helvetica, Comic Sans, Impact, Courier...) o altrimenti fare riferimento a quelli di default di ciascun visitatore, che non si sapeva quale aspetto potessero dare alla pagina. La soluzione poteva essere appunto quella di inserire i titoli sotto forma di immagini.
Questa soluzione garantiva uniformità
nella visualizzazione da parte di tutti gli utenti. Mi pare di avere letto da qualche parte che permetteva
anche di aggirare eventuali limitazioni nell’uso dei font, nel caso la
licenza impedisse di includerlo in una pagina web ma non
di inserirlo in un’immagine inclusa nella pagina. (Ma non ci giurerei, non me ne intendo...)
Nel codice html del sito risulta che la sezione contenente ciascuna parola del titolo si chiama cufon, di classe cufon cufon-canvas.
Cercando con i motori di ricerca, il primo risultato è un sito che contiene la parola cufon nel nome, e che permette di scaricare un gran numero di font. Però basta girarci un po’ dentro per rendersi conto che il nome della persona che ha caricato il file non è lo stesso dell’autore, mancano note relative alla licenza e ci sono dentro molti nomi di font commerciali. Insomma, è probabile che sia uno di quei siti che se ne fregano dei diritti d’autore, permettendo di scaricare gratuitamente file che si presuppone dovrebbero essere pagati per essere installati o anche solo esaminati.
Tempo fa avevo cercato sulla base delle caratteristiche delle lettere, e chissà come ero arrivato al Gnuolane, che è appunto uno dei font che si possono trovare anche sul sito in questione. Sans serif, lettere strette, mi colpisce soprattutto per il taglio delle estremità della lettera C, con linee oblique che si allargano verso l’esterno, dettaglio che non può essere apprezzato alla larghezza visibile sul sito di Nena.
Gnuolane è certamente un font commerciale: disegnato da Ray Larabie, è disponibile in download su tutte le principali piattaforme al costo di 8 euro (-1c) per ciascun font (in una famiglia che ne comprende 12 e che potrebbe essere acquistata a partire da 23 euro -1c in blocco).
Però come molti dei font di Larabie/Typodermic, ne esiste anche una versione gratuita (in un peso soltanto), che si può scaricare da FontSquirrel, il sito che raccoglie solo font garantiti 100% gratuiti per uso commerciale. Per cui non ci sono problemi legali di sorta nell’usare questa versione su qualunque sito o blog, commerciale o personale.
In realtà in nome cufon non ha nulla a che vedere con i siti illegali: è quello di una libreria Javascript per il “font replacement”, come spiega il sito Html.it in un apposito tutorial datato 2010.
L’articolo dice che l’obiettivo della tecnologia è quello di “aiutare a conferire alle nostre pagine un design più accattivante e un aspetto tipografico originale” e che “fondamentale è disporre del font che si vuole utilizzare e assicurarsi che la sua licenza d’uso ne permetta l’embed in un documento html”.
Insomma, non ci sarebbe differenza con quello che si può fare al giorno d’oggi con i Css, che però hanno il vantaggio di rendere scalabili anche i caratteri usati per titoli e menu. Ingrandendo il testo della pagina, i titoli non mostrano i loro contorni a scalini, ma le linee oblique restano continue e le linee curve restano curve. Insomma, è probabile che al prossimo restyling del sito anche l’agenzia Nena possa valutare l’abbandono di questa libreria.
Il servizio Google Fonts è stato inaugurato nel 2010. Permette non solo di scegliere tra centinaia di font che è possibile scaricare gratuitamente e usare anche sui propri server e siti web, ma anche di attingere il font direttamente dal server di Google per usarlo nelle proprie pagine web, al fine di alleggerire la mole delle richieste da parte degli utenti al proprio server. Questa soluzione è applicata molto spesso, anche da siti istituzionali. Lo stesso servizio è fornito anche da molte delle aziende che vendono font commerciali, con notevoli vantaggi rispetto ai sistemi che si usavano in precedenza.
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