C’è treno e treno

In questi giorni purtroppo sono tornate in primo piano le notizie di scontri coi manifestanti no-tav. Questo post arriva qui per pura coincidenza: visto che negli ultimi giorni mi stavo occupando delle emoji e dei loro antenati dingbat, mi è capitato di soffermarmi sul famoso treno, quello che compare anche sulla bandiera no-tav.

Si tratta di una locomotiva caratterizzata da un enorme muso arrotondato, con una griglia del radiatore spropositata, e un fanalino centrale. La cabina di guida appare molto arretrata rispetto alla parte anteriore del treno.

Non avevo mai visto niente del genere nel mondo reale, ma qualche tempo fa ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che un treno simile è realmente esistito: si chiamava City OfDenver, e faceva la spola tra Chicago e la capitale del Colorado in 16-17 ore, con 12-13 fermate. Entrò in servizio nel 1936 e ci rimase fino al 1971, anche se la caratteristica locomotiva diesel mi pare di capire che venne dismessa negli anni Cinquanta. La livrea era di colore giallo. Una delle carrozze era arredata come un saloon del west.

Il glifo si trova nel font Webdings, in posizione U+f074. Solo che l’immagine che compare non è la stessa della bandiera no-tav. Le differenze principali riguardano lo spessore delle barre del radiatore o di quelle dei finestrini (maggiore sulla bandiera) e il fatto le parti basse del treno compaiono al negativo, come pure le rotaie: sono in bianco su fondo nero nel font, in nero su fondo bianco nella bandiera. In effetti mentre nel font il treno si muove al disopra di un terreno scuro, nella bandiera si staglia isolato su fondo bianco. Anche la forma del muso è diversa, più arrotondata sulla bandiera.

Evidentemente non si tratta dello stesso glifo, ma è chiaro che il punto di partenza è lo stesso: la parte di sotto del treno che compare sulla bandiera è un po’ incoerente, nessuno l’avrebbe disegnata così, ma se immaginiamo che il grafico abbia invertito i colori di un disegno precedente per far sparire il terreno circostante, allora si spiega tutto.

Ultimo tocco, un simbolo dell’euro che compare nel fanalino di testa sulla bandiera e che da lontano sembra semplicemente un riflesso. (Il tutto coperto da una croce in rosso forse tratta da un font che simula la scrittura a mano, e la scritta No Tav, sempre in rosso, immagino in Arial Black).

Lo stesso glifo che compare nel Webdings lo si può trovare anche in un altro font fornito dalla Microsoft: il Segoe Ui Symbol. La posizione non è la stessa: stavolta si trova in U+1f6f2, isolato rispetto ai caratteri simili, come se fosse stato aggiunto alla fine insieme a quello del profilo di una nave da crociera visto dalla stessa prospettiva.

La cosa strana è che i due glifi non sono affatto equivalenti, pur essendo identici. Il problema è l’antialiasing, ossia quei meccanismi che impediscono ad una linea curva di sembrare composta di tanti scalini.

Nel Segoe il profilo del muso del treno è perfettamente rotondo. Nel Webdings invece no. È una linea tutta spezzattata. 

 

A sinistra, il Segoe Ui Symbol, a destra il Webdings. Il glifo è lo stesso, ma il profilo del secondo appare molto più "scalettato".

 

Non ho approfondito i motivi per cui avviene questo, e come fare per evitarlo in fase di disegno del font.

Il Webdings è un font dingbat, precedente all’ingresso delle emoji in Unicode, quindi i simboli sono stati messi al posto delle lettere latine. Questo li rende facilmente inseribili nei documenti, senza dover ricorrere a qualche menu per l’inserimento di caratteri speciali. Trattandosi di un treno, la lettera scelta è la t minuscola.

Basta digitare t ed ecco comparire il profilo del City Of Denver. La cosa strana, che ancora non mi spiego, è come mai non si tratta dello stesso carattere che compare scegliendolo tra quelli speciali.

Cioè: se andiamo su Inserisci Caratteri Speciali e inseriamo il glifo in questione (in Webdings), e subito dopo digitiamo il tasto t (sempre in Webdings), abbiamo lo stesso simbolo che compare due volte. Se però selezioniamo entrambi i caratteri e li convertiamo in Times New Roman, ad esempio, il secondo simbolo si trasformerà automaticamente in una t, mentre il primo diventerà... il simbolo dei quadri delle carte da gioco! Preso da dove? Non ne ho idea.

In effetti la posizione del simbolo dei quadri è un’altra (u+2666). Arial Unicode non ha nulla in quella posizione. E per giunta se scorro la pagina in OpenOffice il simbolo si frattura in orizzontale, perdendo l’allineamento.

Come fa ad avvenire tutto ciò? Nemmeno aprendo il file di Webdings con Fontforge riesco a trovare il meccanismo che scatta in questo caso: se il glifo del treno è uno, e sta nella lettera t, come mai tra i caratteri speciali ne compare un altro uguale ma in posizione diversa? E se sono due, perché ne compare solo uno?

Il treno del Segoe invece si trova nella posizione giusta. Che significa che se inseriamo in un testo il treno del Segoe e poi lo convertiamo in Times o in un qualsiasi altro font in cui quella posizione è vuota, il disegno non cambia: continua comparire il treno del Segoe, senza scalettatura, pur non essendo presente nel nuovo font scelto.

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