La fotocomposizione all’inizio degli anni Settanta

Sul web ho trovato un articolo datato 1971 dedicato al più recente metodo di composizione per la stampa ad alta velocità che era stato inventato, quello in cui le lettere venivano disegnate su tubo catodico e le immagini proiettate su pellicola fotografica che sarebbe stata usata poi per fare lastre litografiche.

La rivista su cui è stato pubblicato, Wireless Worlds, non si era ancora dotata di un sistema simile, ma un’azienda associata aveva iniziato ad usare una Rca Videocomp 70/800 che componeva il testo alla velocità di seimila caratteri al secondo (due colonne di una delle pagine del magazine). Un passo avanti sorprendente: le macchine per la fotocomposizione non basate sul tubo catodico avevano una velocità di appena 500 caratteri al secondo, che a sua volta era infinitamente superiore a quella delle macchine per la composizione a caldo, 5 caratteri al secondo, oppure alla composizione manuale, 1 carattere al secondo.

La tecnologia era comunque andata oltre: la Mergenthaler Linotron lavorava a diecimila caratteri al secondo.

Tutte queste apparecchiature occupavano un’intera stanza, tra unità fotografica, lettori di memorie magnetiche, di dischi, processore e console.

Si poteva variare la dimensione del font tra i 4 e i 96 punti, e lo si poteva alterare trasformandolo in obliquo, largo o stretto.

La foto accanto all’articolo mostra una fila di armadi tutti uguali, più uno dotato di pannello e un altro di lettore di nastro, ciascuno grande si presume quanto un moderno distributore di bevande. “L’Hell Digiset – Una alternativa europea al Videocomp”, dice la didascalia.

Hell in inglese vuol dire inferno, ma in questo caso si riferisce all’inventore tedesco Rudolf Hell, che aveva messo a punto la macchina.

Hell è famoso per avere inventato l’Hellschreiber, un antenato del fax e delle stampanti a matrice di punti già a metà degli anni Venti.

La sua azienda è poi confluita nella Linotype nel 1990.

Un’altra invenzione di Hell è la Klischograph, una macchina che serviva a creare una versione halftone delle immagini da usare poi nel processo di stampa.

Ad Hell è dedicata anche una voce abbastanza consistente su Wikipedia in italiano.

La sua Digiset, inventata nel 1964, è stata la prima macchina fotocompositrice digitale.

L’azienda realizzava anche i font da usare con queste macchine. Uno dei nomi dei collaboratori è quello di Herman Zapf.

Devroye riporta i nomi di alcuni caratteri digitali derivati da quelli disegnati per Hell, e qualche specimen. Tra questi, c’è quello con tutte le minuscole del Digi Grotesk, un sans serif per niente eccezionale, se non fosse che è considerato il primo font digitale della storia.

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