Celadet Bedir Khan
Quest’ultimo non è niente di eccezionale, dal punto di vista visivo, visto che è composto dalle lettere dell’alfabeto latino. All’epoca fu una grande innovazione, perché fino ad allora per trascrivere la lingua in questione venivano utilizzate lettere arabe, o persiane, o armene, o cirilliche.
Oltre alle normali 26 lettere in uso in Occidente, ce ne sono altre cinque che in realtà sono ottenute aggiungendo segni diacritici ad alcune lettere latine (C e S a cui viene aggiunta una cediglia, E, I, U a cui viene aggiunto un accento circonflesso) per arrivare a un totale di 31.
Nato nel 1893 a Costantinopoli, nell’impero Ottomano, Bedir Khan lasciò la Turchia nel 1923, dopo la vittoria dei kemalisti. Visto che per i curdi si mise male anche in Iraq e Iran, visse da esule, afflitto da problemi economici e impegnato a sostenere la causa curda dal punto di vista culturale. Morì a Damasco nel 1951 in un incidente stradale.
L’articolo di Wikipedia in inglese non è molto lungo, ma mostra un paio di suoi ritratti in bianco e nero.
Wikipedia in italiano ha una pagina dedicata agli alfabeti curdi, e nomina anche l’inventore della variante che usa le lettere latine, usando però una traslitterazione diversa: lo chiama Jeladet Ali Bedirkhan. Il nome è stato linkato in rosso visto che non esiste ancora una pagina dedicata.
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