Come funziona una Intertype
Il Museo della Stampa e Stampa d’Arte di Lodi ha caricato su Youtube un filmato nel quale si mostra il funzionamento di una macchina Intertype del 1925.
La macchina serviva per comporre in automatico i testi da impaginare: dall’invenzione della stampa tipografica da parte di Gutenberg in poi per impaginare un testo era necessario prendere a mano i caratteri metallici uno alla volta, e allinearli nel compositoio. Con le macchine di questo tipo invece l’operatore non doveva fare altro che digitare il testo di ciascuna riga sulla tastiera. Le lettere scendevano in automatico da un magazzino che si trovava in alto e si allineavano a formare le parole. Inoltre, mentre nella tecnologia precedente il tipografo aveva a disposizione solo i caratteri tipografici acquistati dalla fonderia, qui nella macchina c’erano direttamente le matrici. Erano queste che venivano composte vi veniva versato sopra in automatico il piombo fuso, che subito si solidificava. Anziché avere i singoli caratteri in rilievo, si avevano le singole righe come blocchetti di metallo unici. Erano più facili da incolonnare e spostare, e non si rischiava di restare senza caratteri, finché c’era metallo da fondere, perché la macchina di fatto era una fonderia.
Nel filmato vengono illustrate le varie parti della macchina e le varie fasi delle operazioni. Non c’è nessuna voce per le spiegazioni, ma le parole compaiono in sovrimpressione, con frecce a indicare l’elemento a cui si riferiscono o fermo-immagine per fare mente locale su ciascun concetto.
Oltre duemila visualizzazioni da aprile dell’anno scorso, ma zero commenti.
La Intertype era una variante della Linotype, inventata da Ottmar Mergenthaler. Era compatibile con le stesse matrici, ed entrò in produzione nel 1914. La Linotype era in commercio dal 1886.
Mentre nel video si parla di Intertype del 1925 il titolo è “Stampa con Linotype”, e la didascalia la chiama “macchina per la composizione meccanica lineare ‘Ottmar Merghenthaler’”, con una h di troppo, e fissa la datazione al 1950. Evidentemente qualcuno ha pasticciato un po’. Zero commenti finora, 36 pollici in su, 2 in giù.
Il Museo carica video in maniera discontinua. I più recenti risalgono all’anno scorso, 10 video dopo 8 anni di silenzio. Ci sono due video dedicati alla calcografia, uno alla xilografia. Si mostra l’uso di un torchio Columbian, di una Heidelberg, e una stampa in braille con una platina. C’è poi un filmato dedicato alla stampa con pressa tipografica da banco e uno ad una macchina cucitrice per la rilegatura dei libri.
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