Extendomatic, Raceway, Harlow e il tag chrome

Il font del mese scorso diffuso da David Jonatan Ross nell’ambito dell’omonimo progetto è l’Extendomatic. A prima vista le parole che mi vengono in mente sono monoline e streamline: questa scrittura si basa su lettere connesse una all’altra, come nella scrittura corsiva a mano, ma realizzate in maniera geometrica, con angoli di 90 gradi ma con spigoli arrotondati, e linee che uniscono le varie lettere perfettamente orizzontali al livello della base. In questo caso si tratta di un font variabile: può essere dosata sia l’inclinazione a sinistra e a destra delle lettere (tra certi limiti) sia lo spazio tra una lettera e l’altra. In ogni font si può aumentare la distanza tra una lettera e l’altra, ovviamente, ma in un corsivo queste dovrebbero perdere la connessione. Nell’Extendomatic no, perché il tratto orizzontale alla base si allunga automaticamente, da cui il nome del font. Per quanto le lettere vengano allontanate tra di loro restano sempre connesse. Trattandosi di idee sperimentali sono stati riscontrati dei problemi, con le lettere alternative contestuali, per esempio, o col rendering in Adobe in caso di un’aggiunta di spazio eccessiva, ma in condizioni più consuete non ci sono problemi di sorta.

I caratteri di questo tipo mi ricordano il Magneto, che è il più diffuso perché viene distribuito con i software Microsoft. Ma l’effetto è completamente diverso, perché nel Magneto le lettere hanno un contrasto marcato, ossia alternano tratti spessi a tratti sottili, mentre nell’Extendomatic lo spessore delle aste è sempre visivamente lo stesso.

L’autore nomina vari caratteri nei quali è stata già sviluppata questa idea: Frigidaire, Fig, Orion. E Raceway. E il Raceway lo conosco, era da tempo che lo cercavo ma non lo avevo mai identificato. Era quello che qualche anno fa compariva sulla copertina della Rivista Aeronautica, il periodico dell’Aeronautica Militare. Veniva usato nella testata, solo per la parola Rivista. Mi ricordo quella a dalla forma triangolareggiante, e l’andamento sinuoso del tratto che a partire dalla R iniziale confluiva nella linea di base di tutte quante le lettere.

Non so per quanto tempo il Raceway sia rimasto in servizio sulla rivista. Credo per tutta la metà degli anni Zero.

Il disegno è del 1995, autore Leslie Cabarga, in vendita solo su Typenetwork.

Un altro font che mi viene in mente, restando in tema, è l’Harlow Solid, anche questo diffuso insieme ai software da ufficio, che ha le lettere inclinate a destra e un qualche accenno di tendenza orizzontale sulla linea di base. Qui però le lettere non vengono mai a contatto, anche se da lontano danno l’impressione di un corsivo calligrafico, specie per via degli svolazzi sulle lettere maiuscole, sempre rigorosamente a spessore costante.

Il tag streamlined esiste su MyFonts ma è poco usato, e non restituisce niente del genere.

Anche monoline dà risultati di una certa varietà, tra cui dei corsivi calligrafici ma senza l’andamento geometrico dei font in questione. Un tag simile è monolinear ma non restituisce niente del genere ai primi posti.

Cercando Harlow su MyFonts il sito suggerisce tra i vari tag monoline, neon, vintage, anche connected, disco, chrome.

Molti di questi tag sono fuorvianti. Scopro che il più appropriato è chrome, una parola che non compariva mai nella descrizione dell’Extendomatic.

Evoca le scritte cromate su radio, automobili, frigoriferi americani degli anni Cinquanta, immagino.

La linea di base serviva appunto a connettere insieme le varie lettere in un logo da fissare sulla carrozzeria del prodotto in questione. Solo nella prima pagina di risultati, MyFonts segnala l’Armstrong, il Rocket Script, l’Hoptie Script e il Cabriolet v8 che puntano sul concetto della linea di base orizzontale, più altri risultati simili (Linotype Atomatic, Atomicaboy) che pure ci si avvicinano, oltre a vari corsivi e stampatelli di generi diversi.

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