La carta della Bibbia di Gutenberg era italiana
Nel 70% dei casi il marchio mostra la testa di un bue; nel 20% c’è un grappolo d’uva (in due versioni); nei restanti un bue che cammina. Sul sito si possono vedere due foto di questi marchi.
La carta in uso all’epoca non era fatta con la cellulosa o la pasta di legno, ma con gli stracci di lino. A confronto di quella usata in seguito, è di migliore qualità. Non tutte le copie della Bibbia sono state stampate da Gutenberg su carta: in un quarto dei casi sarebbe stata usata la pergamena.
Uno studioso ha ricostruito il percorso che deve avere fatto la carta per arrivare in Germania: fabbricata nelle cartiere che sfruttavano l’acqua del fiume Stura, la carta doveva scavalcare le Alpi a dorso di mulo. Poi, a Basilea, veniva caricata a bordo di chiatte e trasportata sul Reno fino a Magonza.
Le prime cartiere dalle parti di
Caselle vennero impiantate già nel Duecento. Nella prima metà del
Trecento toccò alla famiglia Vach, forse di origine olandese, che
aveva appunto il toro come marchio nella filigrana. Anche in seguito
la produzione della carta fu importante (c’era la cartiera ducale
dei Savoia), ma declinò intorno al Settecento. Oggi è pressoché
scomparsa, se si esclude la produzione di imballaggi e supporti
speciali.
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