Thonmi Sambhota

Thonmi Sambhota è stato uno scriba a cui viene attribuita l’invenzione dell’alfabeto tibetano. A dire la verità non esistono testimonianze dirette riguardanti questa persona, ci si basa solo sulle fonti della tradizione. Visse all’epoca del primo imperatore tibetano, nel settimo secolo dopo Cristo, in un’epoca nella quale si stava diffondendo nella regione il culto buddista. Bisognava tradurre i testi sacri nella lingua locale, e diffonderli in una cultura che fino a quel momento si era basata soltanto sulla tradizione orale. A quanto pare fu necessario fare degli studi preliminari per elaborare un alfabeto apposito, ed operare delle scelte. Da un lato c’erano gli allfabeti Brahmi e sanscrito, di influenza indiana, dall’altro la scrittura cinese. Anche se la seconda sarebbe stata adatta alla struttura della lingua tibetana, si scelse di puntare sulle influenze indiane. Wikipedia nomina anche l’alfabeto Licchavi che era in uso nella valle di Kathmandu per scrivere in sanscrito e che sarebbe molto simile a quello tibetano. 

L’enciclopedia online in lingua italiana non mostra ritratti del personaggio in questione, che invece si trovano altrove sul web. Ad esempio sul sito Explore Tibet, dove lo scriba è raffigurato seduto a gambe incrociate mentre traccia i segni su una specie di tavoletta, di fronte al paesaggio tibetano con monti, fiumi, alberi. Viene attribuito a lui anche un libro di grammatica tibetana basato sui testi sanscriti. 

L’alfabeto tibetano è composto da 30 consonanti e cinque vocali. Viene usato anche per trascrivere altre lingue poco conosciute.

 


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