Un mare di novità su FontSquirrel

Nella pagina Recent di FontSquirrel ci sono un sacco di novità interessanti. Peccato che molti font sono Off Site, cioè richiedono spesso la registrazione da qualche parte, comunque si tratta di font gratuiti ed utilizzabili, e questo è positivo.

Al primo posto si trova il Fraunces di Undercase Type, che già mi ha conquistato quando l’ho visto pochi giorni fa su Google Fonts. È un serif rétro disponibile in parecchi pesi, la cui caratteristica più appariscente è uno scatto sulla sinistra dell’asta della f, in alto, che si trova talvolta su libri stampati agli inizi del Novecento, se non sbaglio. Un dettaglio abbandonato, che è molto interessante da riscoprire e che può dare un tocco originale ad un testo, se necessario.

Altre novità rappresentano delle interpretazioni di classici della tipografia: abbiamo l’Engraving CC, il Tiffany Gothic CC e il Copperplate CC di Indestructible Type che si ispirano all’Engravers della Monotype e al Copperplate Gothic, entrambi diffusi col software Microsoft, se non sbaglio, quindi rétro ma non sconosciuti.

Atmosfera rétro anche nel Pettingill Cf di Chuck Mountain, dove abbiamo di nuovo una f con lo scatto dell’asta in alto a sinistra, e tanti altri dettagli che oggi sono considerati fuori luogo: il tratto centrale di E e F nettamente sbilanciato in alto, la conformazione calligrafica del tratto discendente della g, la a con la controforma centrale che si prende gran parte dello spazio, lasciando ben poco bianco al disopra, la e con tratto in salita, il punto sulla i a forma di diamante.

Alcune di queste caratteristiche si trovano anche nel Bruntsfield Cf, che è pure di Chuck Mountain (quelle relative a E-f-e). Nei font dell’epoca si tendeva a protendere in avanti il becco della C (e delle lettere simili) e a ingobbire quest’ultima lettera, cioè a non inserirla in un cerchio perfetto ma tenerne il baricentro alzato.

Il Futura Renner di Bsozoo tradisce l’ispirazione fin dal nome, privilegiando le forme alternative delle lettere: la r col pallino, la g con tratto inferiore piatto, insomma caratteristiche che nei principali Futura in uso finiscono in secondo piano.

Chi vuole qualcosa di meno appariscente trova progetti come l’Alata di Spyros Zevelakis, dalle forme consuete, o il Be Vietnam, di Gabriel Lam, che invece dosa lo spessore dei tratti come nel Tw Cen.

Chi è a caccia di effetti rétro può provare un paio di progetti di Nasir Udin (offsite): Mondia e Restora. Qui lo scatto sulla f è solo accennato, come pure la gobba della G, ma l’attenzione si sofferma per esempio sull’andamento obliquo degli occhielli di B (in salita) e b (in discesa), o sulla g dall’occhiello inferiore aperto, o magari sulla R con gamba appuntita e curvata all’insù.

Il Girassol di Liam Spradin è un serif stretto che si nota, il Massenet, ancora di Chuck Mountain ha un forte contrasto e una M con fianchi che si allargano di parecchio. E si tratta di un sans serif.

Sempre Chuck Mountain ha preparato l’Auber, sans serif pieno di stranezze (notare la a minuscola).

Il Bluu Next di Jean Baptiste Morizot mi colpisce per il fatto che ha una grazia imprevista che spunta a sinistra della l, poco sotto la grazia superiore. Ho visto qualcosa di simile nel romain du roi di cui ho parlato in qualche post pochi giorni fa, ma in quel caso la l senza quel dettaglio sarebbe stata indistinguibile dalla I maiuscola. Qui invece la parte superiore della lettera ha la sua conformazione consueta, in discesa verso sinistra, senza grazie a destra.

Infine è notevole un altro progetto ancora di Chuck Mountain: il Chausson. Qui la C ha i terminali che dal lato interno sono più distanti mentre dal lato più esterno si toccano quasi. Una caratteristica molto inusuale, che non viene neanche elencata da Identifont tra quelle insolite per quanto è rara. E però in passato doveva essere usata da qualche parte. Se non sbaglio ho visto qualcosa del genere in una vecchia foto scattata in una stazione canadese. Qui abbiamo un carattere molto nero, con tratti verticali rettilinei molto lunghi in lettere come la C e la D, e una stranissima g con un solo occhiello e tratto inferiore che procede rettilineo da sinistra a destra. Sì, nell’Hobo c’è un concetto simile, ma solitamente queste conformazione è in disuso, mi sembra.

Tre font infine per concludere: l’Avara di Raphael Bastide che mi ricorda una stampa cinquecentesca dai contorni irregolari, il Cc Stonehenge di Comicraft che è composto di rune dai contorni intaccati e il Balgruf di Paul Miller, gotico medievale nella conformazione generale ma tratti molto tondi e con parecchio spazio bianco all’interno.

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