Aurora e Wagner
L’Aurora Condensed secondo Identifont è stato commercializzato dalla Bistream nel 1990-1999, e risulta disegnato da un certo C.E.Weber. La didascalia spiega però che Weber lo ha disegnato nel 1931, chiamandolo Aurora Grotesk.
Si tratta di un sans serif molto stretto, di quelli che si usavano all’epoca anche per permettere ai giornali di fare titoli molto grandi e allo stesso tempo con molte parole.
Lettere caratteristiche, la M, coi tratti obliqui che si incontrano molto in alto, ma formano un’asta che comunque scende fino a toccare la linea di base, e la A, coi fianchi che diventano gradualmente paralleli.
In realtà su Identifont si può trovare anche uno specimen del Wagner Grotesk, di Canada Type, disegnato negli anni 1914-2010. Ci sono le firme di Johannes Wagner, Patrick Griffin e Kevin Allan King. La didascalia dice che si tratta di un revival dell’Edel Grotesque Bold Condensed disegnato da Johannes Wagner nel 1914.
Se andiamo a confrontare i due font con l’apposito strumento notiamo che sono praticamente la stessa cosa. Maiuscole e numeri mi sembrano identici, a prima vista, mentre nelle minuscole si percepisce uno spazio maggiore all’interno (controforme più larghe).
Secondo Luc Devroye, l’originale Aurora Grotesk può essere fatto risalire fino al 1912, ad opera della Johannes Wagner Foundry, ma è comparso in seguito sotto vari nomi.
E non soltanto i nomi sono diversi, ma anche le forme: in uno specimen della Weber soltanto l’Aurora-Grotesk VIII ha le lettere così strette. Tutte le altre versioni sono completamente diverse, tanto che tra le digitalizzazioni viene elencato anche il Reservoir Grunge, un font gratuito che non somiglia neanche lontanamente all’Aurora stretto (forse deriva dall’Aurora-Grotesk V Breit fett).
Anche Fonts In Use si è trovata in difficoltà quando si è trattato di catalogare questo tipo di carattere. È stata dedicata una pagina unica all’ “Inserat-GroteskSchmal / Aurora Grotesk VIII”, dedicata solo allo stile compresso di una serie di caratteri originata alla Wagner & Schmidt di Leipzig, disponibile presso varie fonderie sotto nomi diversi.
Solo sei le segnalazioni, ma l’ultima risale a maggio scorso, per la copertina di un libro sulle discriminazioni.
L’articolo accenna alle differenze che permettono di distinguere il Neue Aurora VIII dall’Aurora-Grotesk VIII.
Un’altra pagina è dedicata all’ “Inserat-Grot. Fett/ Aurora-Grotesk IX”, che pure ha delle caratteristiche in comune anche se è un po’ più largo. Altre pagine invece raccolgono le segnalazioni relative agli altri font della stessa famiglia, che però hanno le A e le M strutturate in maniera diversa.
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