Come funziona una stampante laser

In molti usano la stampante laser senza chiedersi come funziona. In effetti non è necessario conoscerne i meccanismi interni per poterla usare. E poi la teoria è un po’ intricata e riguarda soltanto gli addetti ai lavori. Ma su Youtube si trova qualche filmato che rende un po’ l’idea di quali sono i principi di base.

Il primo che viene proposto è realizzato da Static Control. Tutto animato in 3d, con una voce femminile fuori campo che spiega le varie fasi, in inglese. Prima un rullo applica una carica negativa ad un altro rullo; poi un laser carica positivamente questo secondo rullo, solo in corrispondenza di quei punti in cui deve comparire il colore. Il toner, ossia l’inchiostro, avvicinandosi al rullo principale assume una carica negativa, che gli permette di aderire a questo rullo soltanto in corrispondenza dei punti elettrizzati positivamente. Un altro rullo, riscaldato, fissa il colore sulla carta. 

Un secondo video, sempre con voce femminile in inglese e animazione 3d, è stato caricato da Aone Quality. Il rullo principale si chiama Tamburo Fotoconduttore. In questo video viene specificato che il toner passa prima su un rullo aggiungente, poi su un rullo sviluppatore. Una lama livella il toner su questo rullo a 15 micron. La temperatura del rullo che deve fondere l’inchiostro con la carta è di 225 gradi celsius. 

Un terzo video è quello caricato dalla Hp e mette in evidenza il fatto che per ottenere una stampa a colori il processo deve essere ripetuto quattro volte: per il nero più per ciascuno dei tre colori primari. Quindi il foglio deve passare in sequenza sotto i quattro tamburi fotoconduttori, mentre il rullo caldo che deve fissare il toner è uno solo e si trova alla fine di questo processo.

Il toner viene raffigurato come un’insieme di sfere, continuamente rimescolate all’interno del serbatoio.

Secondo Wikipedia la prima stampante laser commerciale risale al 1976. Le sperimentazioni però partirono nella seconda metà degli anni Sessanta, usando come base la tecnologia che era stata sviluppata per le fotocopiatrici Xerox (xerografia o stampa a secco). In quel caso c’era pure un sistema di rulli che venivano elettrizzati, e del toner, ma il procedimento avveniva non grazie al laser ma grazie alla luce riflessa dal foglio di carta da fotocopiare, incanalata grazie a un sistema di specchi e lenti.

Su Youtube c’è anche qualche filmato che mostra il funzionamento delle fotocopiatrici, ma di qualità più bassa (non si vede da dove arriva il toner e la pronuncia della voce fuori campo è un po’ più stentata). 

Si tratta di concetti completamente diversi rispetto a quelli che stanno alla base della stampa a getto d’inchiostro, per esempio. In un altro video in 3d è possibile vedere come funziona una cartuccia in una stampante di questo tipo. Qui la presenza di rulli è irrilevante. L’inchiostro non è secco ma è liquido. Niente viene caricato elettricamente per attirare l’inchiostro: il meccanismo è tutto interno alla cartuccia, sul fondo della quale ci sono dei buchi, ciascuno dei quali è controllabile in maniera tale da far cadere una goccia di inchiostro in un momento ben preciso. In realtà oltre alla goccia principale ne possono cadere anche altre secondarie, che però si fondono insieme alla goccia principale allargandosi sulla carta. Non c’è bisogno di fissare l’inchiostro in qualche modo, visto che questo è composto oltre che dal colorante anche da un’altra sostanza, un veicolo, che permette di fondere il colore con la carta. 

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