Grafiche tv Formula 1
Nel 1981 la sovrimpressione elettronica era ancora agli albori, ed era molto rudimentale. Non soltanto non era stata messa a punto una grafica unica per l’intero campionato, ma anche le singole emittenti si arrangiavano con quello che avevano, immagino i font di default che venivano forniti coi sistemi di cui erano in possesso.
Vediamo per esempio il titolo della trasmissione del gran premio di Germania del 1981. La Rai ci mette un sans serif stretto... monospace. Notare la caratteristica M, simile a quella che abbiamo visto in altri filmati d’epoca, che in piccole dimensioni è quasi un rettangolo a cui manca un triangolino al centro in alto.
Il colore scelto è il bianco, con un’ombra 3d in basso e a destra (al telegiornale si usava il giallo, e un font diverso, ma sempre con questo effetto 3d che oggi è un po’ insolito).
La M è così strana perché evidentemente tutte le lettere dovevano avere la stessa larghezza, per cui veniva stretta il più possibile, mentre la I veniva allargata con delle grazie slab che altrimenti non avrebbero dovuto esserci.
Notiamo pure la G, che qui è quasi indistinguibile dalla C anche se la scritta del titolo è molto grande.
Mancavano gli elementi grafici: per sottolineare la scritta “auto f1” c’era stato bisogno di utilizzare sette volte il simbolo =.
Almeno era possibile regolare ciascuna riga di testo ad una dimensione diversa, per variare un po’ l’aspetto della scritta.
Questo font lo vediamo solo per il titolo iniziale. Le varie grafiche del gran premio erano a cura della regia locale, e comparivano di volta in volta in una lingua diversa: tedesco, inglese, francese o italiano, a seconda del paese ospitante.
Questa è una schermata del gran premio di Germania, così come veniva trasmessa durante la diretta della Rai (l’intestazione era in tedesco, e significa: classifica del campionato del mondo).
Troviamo il colore giallo, che all’epoca forse era più comune del bianco, ma stavolta non c’è lo spessore nero a destra e in basso, bensì un bordo scuro lungo tutto il contorno delle lettere.
Anche qui le lettere sono monospace, e si nota anche perché tutte le righe sono della stessa dimensione.
La M evita l’effetto rettangolo con il trucco che ormai va per la maggiore: inutile abbassare il vertice centrale fino alla linea di base. In questo caso anzi si trova particolarmente in alto.
La A è strutturata in una maniera consueta per gli albori dei sistemi informatici, con i fianchi che scendevano giù verticali e paralleli.
La stessa soluzione possiamo notarla per la V e per la W. Quest’ultima è di solito particolarmente problematica essendo la lettera più larga di tutto l’alfabeto.
La griglia di partenza del gran premio di Monza invece, a cura della Rai, è in colore bianco, con i contorni della lettera in nero, nel consueto monospace della Rai: si riconosce per via della M supercompressa, del 4 aperto con tratto orizzontale che spunta parecchio e del 7 col tratto obliquo che è quasi verticale. Penso che al giorno d’oggi non ci sia nessun font digitale che adotta soluzioni come queste.
Il font l’avevamo visto anche nelle schedine della Domenica Sportiva, qui possiamo vedere anche la W, con i fianchi leggermente inclinati. Del resto anche la A e la V non hanno i fianchi paralleli.
Quando però vediamo la classifica durante la gara, ecco che compare un monospace diverso. Sempre bianco con bordo nero e con scritte in italiano, ma dalle forme diverse. Notare la M con vertice centrale che resta in alto, la A coi fianchi paralleli, il 4 chiuso, il 7 con asta obliqua leggermente curva, l’1 con grazie sopra e sotto (nell’altra schermata era solo un segmento) e 0 barrato.
Notare anche quanto era ingombrante: per essere leggibili, le scritte dovevano essere molto grandi, in maniera tale che serviva tutto lo schermo per fornire informazioni soltanto per i primi sei piloti.
Chiaramente la grafica compariva in maniera molto sporadica, pochissime volte nel corso della trasmissione, e non per informazioni di routine come il nome dei piloti inquadrati, i loro distacchi o le velocità.
Già che ci siamo, facciamo un rapido salto avanti di una ventina di anni. Nel 2000 la grafica di tutti i gran premi prevedeva scritte bianche e gli inconfondibili numeri neri su fondo giallo (durante le soste ai box compariva anche l’azzurro, se non sbaglio). Erano molto più flessibili, nel senso che apparivano spesso per indicare i nomi dei piloti inquadrati, i distacchi, e i tempi sul giro. Erano comunque relativamente ingombranti: i nomi di sei piloti occupavano meno di un quarto dello schermo, però non restava spazio per metterci contemporaneamente anche i tempi sul giro.
Solo quattro anni dopo, nel 2004, spariscono i quadrati gialli: nomi dei piloti è in grigio su fondo chiaro, il numero della posizione è chiaro su fondo grigio, giri e tempi chiari su fondo quasi nero. Insomma, lo spazio è ottimizzato: non solo si è passati da sei a otto nomi per una schermata, ma c’è spazio per aggiungerci anche distacchi fino al millesimo di secondo.
A differenza di quanto abbiamo visto finora, ci sono anche le minuscole.
Inoltre notiamo in alto l’indicazione dei giri rimanenti e dei giri totali.
Inutile dire che i passi avanti da allora sono stati tantissimi. I nuovi televisori che hanno preso il posto di quelli vecchi a tubo catodico e i sistemi di trasmissione hd permettono di vedere immagini in altissima definizione. La regia può quindi inserire in sovrimpressione delle scritte piccolissime, impensabili ai vecchi tempi. Nella schermata più recente che sono riuscito a trovare sul web vediamo che abbreviando i nomi dei piloti alle prime tre lettere e disponendoli in verticale, le tv sono in grado di visualizzare diciotto posizioni, inclusi i distacchi fino al millesimo di secondo, e contemporaneamente inserirci l’inquadratura della cameracar di uno dei piloti elencati, nella posizione giusta. E con tutto questo la colonna in questione occuperà si e no un sesto della larghezza dello schermo.
A destra si nota il tracciato del gran premio, con i pallini colorati che indicano la posizione in tempo reale di ciascuna delle macchine. Non solo le prime tre lettere dei nomi dei piloti inquadrati sono leggibili, ma perfino i numeri di ciascuna curva.
La possibilità di inserire la colonna a sinistra deriva anche dal fatto che nel frattempo sono cambiate le proporzioni degli schermi: ora si trasmette in 16:9, mentre prima l’immagine era molto stretta, quasi quadrata (4:3, credo). Questo permette di aggiungere elementi grafici senza interferire troppo col soggetto che si trova al centro dell’inquadratura.
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