La Domenica Sportiva e altri font primi anni Ottanta
Forse si trattava di un font di sistema, in uso anche in altre trasmissioni. Le grafiche tv erano molto rudimentali: si limitavano a mostrare le scritte in bianco su un fondo monocromatico, rosso, blu o verde, in certi periodi anche qualcosa di più trasgressivo, scritte gialle su fondo verde.
Le lettere erano monospace, vale a dire che avevano tutte la stessa larghezza: questo significava che la I doveva essere un po’ allargata con delle grazie slab sopra e sotto (tutte le altre lettere erano sans serif), mentre la M doveva essere ristretta in maniera innaturale. E proprio questa lettera è la più problematica, tanto che negli esempi che vediamo sul web spesso non si distingue nessuno spazio tra un’asta e l’altra (ma i risultati variano da filmato a filmato: stiamo parlando di digitalizzazioni di materiale memorizzato su vhs, è la qualità non è il massimo).
A volte in alcune schermate la V o la A sembrano più piccole di quanto dovrebbero essere, ma non so se anche questo dipende dalla digitalizzazione.
Il numero più caratteristico è forse il 4: aperto, con un tratto composto ad angolo retto, a cui si aggiunge un tratto verticale, molto ravvicinato al lato verticale del primo. Il 7 pure è curioso, con il tratto obliquo che è molto poco obliquo, quasi verticale. Il numero 1 è semplicemente un rettangolo, c’è solo l’essenziale, in pratica. Anche il 5 si nota per una particolarità, la parte superiore è più sviluppata di quella inferiore.
Molto caratteristiche le forme dei numeri 4 e 7 |
Questo font entrò in servizio nel 1977, nella prima stagione di trasmissione a colori, e rimase in uso fino al 1986 incluso.
Nel 1976, quando ancora la tv era in bianco e nero, le scritte erano a caratteri chiari su fondo grigio scuro, e in un font abbastanza normale, svizzero (Helvetica o giù di lì). Solo che, guardando i filmati, non mi sembra si tratti di una scritta in sovrimpressione: penso fosse un cartello inquadrato dalla telecamera. Peccato che i giornalisti siano sempre stati molto riservati sui dettagli tecnici che rendono possibile la loro professione. C’era una tipografia interna alla Rai che si occupava di preparare queste grafiche?
Nella stagione 1987 invece fa irruzione la modernità in maniera molto appariscente. La scritta “schedina Totocalcio” si staglia su fondo blu, con le due O sostituite da palloni da calcio. In basso, sempre all’interno della cornice blu, la dicitura “Personal Computer Olivetti”). I risultati delle partite sono inseriti in una tabella, in caratteri senza grazie molto larghi, stavolta; colore scuro su fondo chiaro alternato, viola o verde per ciascuna partita; righe verticali a separare una squadra dall’altra, dal risultato e dalla cifra della schedina; scritte chiare su fondo scuro nella colonna dei valori della schedina (1X2).
Anno 1987, viene abbandonata la prima spartana grafica elettronica della storia e il relativo carattere monospace per passare a qualcosa di più elaborato, grazie ai Pc dell'azienda italiana Olivetti. |
Mentre nella tv in bianco e nero i nomi delle squadre erano in minuscolo tranne la lettera iniziale, e la dicitura “risultati di calcio” era addirittura solo in minuscolo, secondo i dettami dello stile tipografico internazionale, in tutte le annate successive vennero usate soltanto lettere maiuscole.
Il font monospace degli anni Ottanta veniva usato anche per lanciare i servizi, coi nomi delle squadre in campo e di giornalisti e tecnici che avevano montato il filmato.
Altre trasmissioni della Rai avevano già dei font più elaborati. I servizi del Tg1 ad esempio venivano introdotti da un serif pesante e stretto, con la e dal trattino in salita, in colore giallo con ombreggiatura in nero sulla destra (abbastanza inguardabile secondo i criteri moderni. Inoltre le scritte con nome di operatore e montatore occupavano praticamente metà dello schermo in verticale, tenuto conto che i televisori dell’epoca erano piccoli e non certo in alta definizione. Il font forse deriva in qualche modo dal classico Goudy Heavyface degli anni Venti, risposta al Cooper Black).
Un’altra trasmissione nella quale si vede il primo monospace elettronico della Rai è Che Tempo Fa, ossia il bollettino delle previsioni del tempo, che all’epoca era un’istituzione perché andava in onda a ridosso del Tg1 delle 20, più o meno. Il font in questione resta in uso per il titolo della trasmissione fino al 1983. Dal 1984, anche se la sigla resta invariata (l’inquadratura del barometro presente in redazione, che indicava la pressione atmosferica in tempo reale), la scritta è impaginata in un sans serif più normale, seppure con pochissimo spazio tra una lettera e l’altra.
Per tornare alla Domenica Sportiva, c’è da dire che nel corso degli anni in questione vennero usati font più elaborati ed originali nella sigla di testa, dove di solito si sperimentava qualche effetto visivo particolare e caleidoscopico con i rudimentali dispositivi elettronici (analogici?) disponibili all’epoca.
Dalla sigla iniziale della Domenica Sportiva del 1982. Qualche influenza Bauhaus, mi sembra. |
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