La stampa attraverso le epoche
Stavo cercando qualche filmato che mostrasse il modo in cui venivano fusi i caratteri all’interno di una monotype. Non ho trovato niente. Però mi sono imbattuto in un documentario d’epoca che ricostruisce la storia della stampa a partire dalle origini. È uno di quei vecchi filmati educativi in bianco e nero, in cui una voce fuori campo spiega pacatamente quello che c’è da spiegare, mentre le immagini si soffermano sui dettagli di quello che avviene nella realtà e talvolta su schemi che rendono chiaro di che cosa si sta parlando.
Il filmato parte da lontano: dal principio di base della stampa. Basta tagliare in due una patata, intagliare una lettera sul lato piatto, cospargerla di inchiostro e premere sul foglio. Il principio non è complicato, e infatti venne applicato fin dall’antichità. Non con l’inchiostro, in un primo momento, ma come principio di base dei sigilli che imprimevano una forma nella terracotta o nella cera.
Si passò poi ad usare l’inchiostro per imprimere disegni ripetitivi sulla stoffa, o per stampare carte da gioco.
Intagliare le singole lettere nel legno era un procedimento lungo e laborioso. L’innovazione che ci fu ai tempi di Gutenberg fu quella di intagliare i punzoni metallici da cui si potevano produrre le matrici che poi servivano per fondere in serie le lettere, tutte uguali.
Inizialmente si usavano torchi di legno. In seguito si passò a torchi metallici. L’innovazione successiva furono le macchine piano-cilindriche, nelle quali non bisognava inchiostrare a mano ma l’inchiostratura e la pressione venivano gestite in automatico dalla macchina.
L’invenzione successiva fu la rotativa, grazie agli stereotipi che permettevano di realizzare su un cilindro le lettere in rilievo che si dovevano stampare sul foglio. E grazie alle innovazioni che permisero di realizzare un unico rotolo di carta, lunghissimo, fu possibile raggiungere velocità di stampa impensabili pochi decenni prima.
Altre innovazioni importanti riguardarono la composizione, grazie all’invenzione di monotype e linotype in cui i caratteri venivano fusi sul posto a seconda delle esigenze.
A questo punto il filmato si interrompe. Nella seconda metà del secolo si sarebbe passati alla fotocomposizione, prima grazie a matrici trasparenti, poi grazie al tubo catodico e quindi al computer. E si sarebbe passati al pc, al desktop publishing, a internet. Ma tutto questo quando è stato realizzato quel filmato non potevano saperlo.
Il documentario non è stato catalogato in mezzo a quelli in tema tipografico, quindi non compaiono altri video sullo stesso tema tra quelli consigliati, né questo viene consigliato a chi sta vedendo gli altri.
La durata è di 12 minuti. Spesso molte di queste informazioni si trovano sul web, ma si trovano sfuse, mentre qui sono inserite in un discorso semplificato, chiaro e coerente. Io cliccherei su Mi Piace.
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