Xisfani
Una eccezione è costituita dallo Xisfani di Liliana Diaz, la cui conformazione di base è quella di un serif tradizionale. Il tocco originale è quello che i tratti sono interrotti verso una delle estremità, e che quest’ultima è sostituita da una specie di goccia, staccata rispetto al resto della lettera.
La didascalia spiega che il font è basato sulla cultura messicana degli Otomi. Il suo nome significa foglia di granturco. L’ispirazione deriva dai disegni decorativi che compaiono sui tessuti tradizionali, ispirati a foglie, fiori e animali. I motori di ricerca restituiscono parecchi esempi incredibilmente variopinti, anche se ne esistono versioni monocromatiche basate sullo stesso concetto.
Utilizzare il font per un testo lungo può non essere una buona idea. I tratti mancanti forse affaticano la vista, e la continua ripetizione della goccia/foglia alla lunga può essere fastidiosa.
E in gran parte dei contesti, scrivere poche parole in grande usando questo font può non significare niente. Però l’idea mi pare interessante e apprezzabile lo stesso.
Le grazie alla base di lettere come inm sono molto larghe e composte solo di tratti rettilinei, in pendenza nel lato superiore a scendere, e obliqui ai lati. La cosa strana è che sia il bordo destro che quello sinistro delle grazie sono inclinati in avanti.
Curioso.
La stessa autrice non ha mai caricato nient’altro sul sito. In sei anni i download sono poco meno di 90 mila.
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