Font Green Pass

Chi è vaccinato può scaricare dal sito messo a punto dal governo un green pass cartaceo, da stampare e portare con sé. È un pieghevole di quattro facciate che contiene le informazioni anagrafiche, i dati del vaccino ricevuto e il famoso qr code, che in pratica contiene le stesse informazioni ma codificate in maniera tale da poter essere lette istantaneamente con un apposito software e verificate.

Che font è stato utilizzato per realizzare il documento? Controllando nelle proprietà del file viene scritto Helvetica, nel formato type1. Però le lettere che vedo io non sono in quel font, visto che non ce l’ho installato sul computer, ma in un più consueto Arial (si nota al volo la t col tetto in discesa).

Come mai? Evidentemente l’Helvetica non è embedded nel file, quindi persone diverse dovrebbero visualizzare il documento in maniera diversa a seconda di quale è il sans di default sul loro dispositivo. O meglio la stessa persona potrebbe visualizzare diversamente la forma delle lettere a seconda se sta usando il cellulare, o il computer per stamparlo. In realtà qualcosa non mi torna, perché anche sul telefono android trovo visualizzato il pdf con Arial, e in teoria il sans di default dovrebbe essere un altro. Come si spiega? Chissà (la parola Arial non compare mai nel codice del file).

Comunque, un tempo usare un font introvabile poteva rendere più complicate le falsificazioni di documenti, visto che realizzarne una copia era un lavoro che richiedeva tempo, abilità e risorse. Oggi trovare una copia illegale e gratuita di un font, o realizzarne un’imitazione approssimativa è un’impresa alla portata di tutti. Quindi tutta le misure di sicurezza anti-falsificazione si concentrano nelle tecniche crittografiche che riguardano il qr code (e penso anche la stringa sottostante). Il software di autenticazione valuta il codice sulla base della chiave pubblica del ministero, che è a disposizione di tutti. Se il risultato è positivo, vuol dire che quel codice è stato ottenuto con la chiave crittografica privata, che è in possesso soltanto del ministero. Questo permette di verificare i dati senza dovere inviare le informazioni della persona da controllare al database centrale, per cui non c’è tracciamento centralizzato degli spostamenti di tutti i cittadini e il garante della privacy non ha avuto nulla da ridire, su questo aspetto.

Per quanto riguarda il sito ufficiale messo a punto dal governo (dgc.gov.it, che sta per Digital Green Certificate), questo non è impaginato né in Helvetica né in Arial, bensì in Titillium, quel carattere gratuito, messo a punto in un accademia di belle arti italiana e scaricabile da Google, che da anni è diventato il font ufficiale della pubblica amministrazione in Italia. :

Trattandosi di un font a disposizione di tutti, è chiaro che non offre garanzie anti-contraffazione: chiunque può realizzare una pagina con la stessa grafica senza bisogno di cercare il font su siti illegali. Ma il motivo per cui è stato scelto di usare lo stesso font per tutti i siti della pubblica amministrazione è un altro, e ha a che vedere con l’esigenza di dare un’identità visiva uniforme a tutti i suoi siti web, dopo anni in cui ci si è mossi in ordine sparso.

Una curiosità (che non c’entra niente col green pass): cercando informazioni sul Titillium mi sono imbattuto in un link che portava al sito design-italia.readthedocs.io, dove ci sarebbe dovuto essere il documento contenente le linee guida per i siti web messe a punto dal governo italiano. Il documento non c’è più, e il sito risponde con una pagina standard “trovato labirinto”.

Il testo dice “Sorry, this page does not exists yet”, ma la cosa interessante è che è stato realizzato un disegno in ascii art che raffigura un omino che cammina dentro un labirinto 3d. Le pareti sono ottenute con le due parentesi quadre e le due barre oblique, più vari underscore e qualche segno di punteggiatura. Per l’omino invece abbiamo un assortimento di parentesi tonde, lettere HNq e virgolette.

Font monospace, ovviamente. Quale? Il codice dice: SFMono-Regular, Menlo, Monaco, Consolas, Liberation Mono, Courier New, Courier e monospace. Questo significa che il browser sceglierà il primo tra quelli della lista che trova installato sul computer dell’utente, e se nessuno di questi è disponibile sceglierà il monospace di default. Questo significa che utenti diversi potrebbero vedere lo stesso disegno in maniera diversa: il Courier è diversissimo dal Consolas (il primo è un serif, il secondo è un sans).

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