Il frammento del Sibyllenbuch e il Donatus-Kalender
Non c’è ancora una pagina di Wikipedia dedicata al frammento del Sybillenbuch in italiano e in nessuna altra lingua al mondo a parte l’inglese.
Il frammento è la parte di una pagina stampata probabilmente da Gutenberg, ed è considerato da alcuni il più antico documento in cui è stata applicata l’invenzione dello stampatore tedesco.
Il carattere usato è il Donatus-Kalender, che abbiamo già incontrato varie volte su questo blog e che prende il nome dalla grammatica latina di Aelius Donatus e dal Turkenkalender, un pamphlet che esortava i principi tedeschi a fare la guerra contro i turchi, ossia le due principali opere in cui compare questo tipo di carattere, che poi venne usato anche nella Bibbia delle 36 linee.
Il fatto è che col passare del tempo i difetti del font venivano corretti, quindi la forma di alcune lettere varia da un documento all’altro. E visto che in questo frammento alcune delle lettere sono più imprecise, si immagina che sia precedente a tutti gli altri, arrivando a datarlo circa al 1452-53.
Il documento originale è conservato al museo Gutenberg di Magonza, in Germania (al secondo o terzo piano).
Il libro da cui è tratto è il Sybillenbuch, o Libro Delle Sibille, che conteneva profezie riguardanti il Sacro Romano Impero.
Mi pare si tratti soltanto di 11 righe, su una porzione di carta esattamente rettangolare. Wikipedia non spiega perché questo documento è sopravvissuto, limitandosi a dire che è stato scoperto nel 1892 in una legatoria di Magonza.
In trasparenza, si vede in alto a sinistra una parte della filigrana, che doveva raffigurare la testa di un toro (altrove si dice che quel tipo di carta veniva fabbricata nelle vicinanze di Torino, da cui il simbolo). Questo ha permesso di capire a che punto del foglio dovevano trovarsi le righe in questione.
Conoscendo la lunghezza del poema, si è arrivati a stabilire che l’intera opera doveva riempire 74 pagine, con 28 righe per pagina.
Il testo dell’articolo parla di un libro in quarto, ossia ottenuto stampando quattro pagine su ogni facciata di un grande foglio che poi veniva piegato in due e poi in due e tagliato, ma dai calcoli e dall’immagine sembra che le pagine fossero due per ogni facciata.
Sul web si trova pochissimo materiale in proposito. I motori di ricerca non restituiscono nessuna immagine del frammento, nemmeno quella che si può vedere su Wikipedia. Che è piccolissima: 253x147 pixel. Il testo è in tedesco. Non compaiono illustrazioni, titoli o capolettera, ma tutte le maiuscole sono dotate di un segno rosso, che forse veniva aggiunto a mano dopo la stampa. Il testo non è troppo giustificato, cioè il bordo destro non è del tutto allineato, anche se l’apparenza è molto più compatta di quella che si ottiene oggi coi programmi di videoscrittura con allineamento a sinistra. Lo spazio tra le parole è poco, le aste sono molto spesse, per cui si capisce perché questo stile tipografico viene chiamato blackletter: dà al testo un aspetto molto scuro, anziché il grigio chiaro a cui siamo abituati al giorno d’oggi. Il fatto di non andare a capo a metà riga rendeva ancora più pesante l’aspetto della pagina.
Su ogni riga c’entravano circa otto parole. Le lettere di Gutenberg erano molto ingombranti rispetto a quelle a cui siamo abituati oggi, dovevano essere alte circa il doppio di quelle che usiamo oggi per i testi nei libri.
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