Il Kalender di Gutenberg da Paolo Mieli
Ieri è andata in onda sulla Rai una puntata di Passato e Presente, trasmissione condotta da Paolo Mieli, dedicata all’invenzione della stampa a caratteri mobili.
Vari servizi filmati ripercorrevano gli episodi storici mentre gli ospiti in studio cercavano di interpretarli e contestualizzarli.
Tra le altre cose, si è visto il famoso kalender che ha dato il nome al primo font della storia, conosciuto dagli studiosi col nome di Donatus-Kalender. È esattamente lo stesso documento di cui ci siamo già occupati su questo blog, e di cui abbiamo visto la scannerizzazione in formato pdf scaricabile gratuitamente. Ma visto dal vivo è tutta un’altra cosa: i fogli sono più piccoli di come li immaginavo, e dovevano essere maneggiati con estrema cura dalle persone che li mostravano alla telecamera.
Il nome del font prende metà del nome da questo kalender, ossia calendario, che era un pamphlet che esortava, mese per mese, alcuni principi cristiani a fare la guerra contro i turchi. L’altra metà deriva da Aelius Donatus, che era un autore di una grammatica latina dell’antica Roma. Siccome nel Quattrocento la lingua dei colti in tutta Europa era ancora il latino, erano necessarie delle grammatiche per poterlo studiare. Quindi Gutenberg stampò appunto parecchie copie di questa grammatica di Elio Donato, di cui ne sono rimasti pochissimi frammenti, che pure sono stati mostrati alle telecamere della Rai.
Ovviamente non poteva mancare nei filmati la Bibbia, l’opera più notevole stampata da Gutenberg, che in un certo senso lo portò alla rovina. La trasmissione stima che ci vollero oltre venti mesi di lavoro per portare a termine l’opera. Questo diede modo ai creditori di fare causa a Gutenberg impossessandosi della sua tipografia prima che potesse ricavare dei guadagni dall’opera che aveva portato avanti.
Nel servizio si fa notare un dettaglio fondamentale: mentre nel kalender il testo era allineato a sinistra, nella Bibbia il testo era giustificato, ossia le parole sono allineate anche sul lato destro della colonna. Segno che nel frattempo era stato fatto qualche passo avanti nella tecnica e che la seconda opera era stata impaginata con maggior cura e attenzione (non era un’operazione automatica come avviene oggi a computer, ma bisognava scegliere caso per caso dove inserire lo spazio in più per far sì che tutte le righe fossero della stessa larghezza).
L’invenzione della stampa a caratteri mobili è fondamentale per la storia dell’umanità, non solo perché permise di stampare una quantità maggiore di libri a minor prezzo, permettendo la diffusione della conoscenza, ma perché provocò degli sconvolgimenti religiosi e poi politici.
Tra gli ospiti in studio il dibattito si sposta inevitabilmente sulla riforma protestante: dal momento che molte più persone potevano permettersi di comprare una Bibbia, per giunta tradotta nella propria lingua anziché in latino, si cominciò a contestare con molta più forza la pretesa della Chiesa di essere il solo tramite tra l’uomo e Dio. Quindi la riforma protestante è stata così travolgente anche in seguito all’invenzione di Gutenberg. (Gli storici fanno notare che anche precedentemente c’erano state contestazioni simili, e che da sempre la Chiesa aveva avuto la pretesa di stabilire cosa era giusto leggere e cosa no, quali erano i Vangeli corretti e quali quelli apocrifi; con l’invenzione della stampa le tensioni aumentarono, e nacque l’Indice dei libri proibiti).
Qualche accenno più rapido si fa agli sviluppi successivi, come per esempio l’invenzione della stampa periodica e del giornalismo. L’idea di democrazia moderna prevede che i cittadini siano informati su ciò che fa il governo e ciò che dice l’opposizione, per poter scegliere per chi votare, e questo è possibile soltanto grazie al giornalismo.
Infine si arriva a parlare di internet, che pure sta provocando e continuerà a provocare degli sconvolgimenti nella politica e nel modo di pensare delle persone, molti dei quali non sono ancora chiari e definiti. Lo storico in studio fa notare una delle differenze tra l’invenzione della stampa e quella dei social: stampare un libro era un’impresa impegnativa, che richiedeva parecchio lavoro e delle materie prime (carta, caratteri, inchiostro, pressa...). Quindi chi stampava un libro faceva una certa riflessione prima di iniziare il lavoro. I social invece non richiedono nessun investimento e nessun lavoro particolare. Quindi anche pensieri espressi senza rifletterci rischiano di essere diffusi ovunque, con conseguenze imprevedibili e talvolta dannose.
La trasmissione può essere vista in qualsiasi momento sul sito di Ray Play, anche se il motore di ricerca interno per trovarla lascia un po’ a desiderare ed è necessaria la registrazione al sito per far partire il filmato.
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