Nuova Frontiera: Elante
Bei caratteri, con una Q dalla coda zigzagante, tipo Baskerville, ma molto spostata a sinistra. T con grazie sottili protese in basso, t minuscola con asta verticale che spunta in alto, senza il raccordo curvo che si trova spesso nei serif.
Inizio a compilare la scheda di Identifont, e il dettaglio decisivo arriva quando si tratta di descrivere la y: com’è fatta l’estremità inferiore? A prima vista si potrebbe pensare alla solita goccia protesa a sinistra, ma guardandola con la lente di ingrandimento sembrava ben altro: una grazia protesa a sinistra, nient’altro.
Da lì il sito mi dà la risposta: Cg Elante, disegnato da William Addison Dwiggins nel 1935, pubblicato da Monotype.
Non so che vuol dire la sigla Cg, e il nome di Dwiggins di primo acchitto non mi dice niente.
Nato nel 1880, morto nel 1956, “possibilmente il più autenticamente moderno type designer americano”, dice Identifont. Scrittore, scultore, calligrafo, artista, disegnatore di libri e costumi e anche drammaturgo.
Cominciò a disegnare caratteri a 44 anni. Disegnò il libro di H.G.Wells La Macchina Del Tempo nel 1931. Allestì un teatro di marionette nel suo giardino.
I suoi caratteri più famosi sono Caledonia e Electra.
Il dettaglio sulle marionette mi riporta alla mente che Dwiggins l’ho già nominato in questo blog, perché era citato nella didascalia del Kotta One, uno dei font gratuiti scaricabili da Google disegnato da Ania Kruk.
Il Kotta One è un italico basato su delle forme molto spigolose. Visto in grande non è affatto armonico, anzi. Però nella didascalia si fa riferimento ad una “formula M” messa a punto da Dwiggins, dove la M si riferisce appunto alle marionette.
Secondo la storia che ho trovato in lingua inglese, Dwiggins doveva intagliare i tratti delicati del viso di una marionetta che doveva rappresentare una ragazza giovane, ma per quanto si sforzasse non riusciva ad ottenere un risultato soddisfacente per tutti gli spettatori, anche quelli delle ultime file. A un certo punto si rese conto che se anziché intagliare curve morbide intagliava superfici tratte e spigolose, gli spettatori avevano a distanza l’impressione di un viso dai tratti morbidi e delicati, appunto quello di una ragazza giovane e attraente.
Lo stesso principio lo avrebbe poi applicato anche al suo design tipografico.
Il Kotta One spinge questo principio all’estremo, con un risultato che non so fino a che punto sia di successo.
All’epoca avevo trovato un articolo in italiano su FrizziFrizzi che forniva anche parecchi esempi dei lavori di Dwiggins.
Un breve video-documentario su Dwiggins (in inglese), con riferimento anche alla formula M, si può vedere su LetterformArchive.
Dice il filmato che fino ad allora era il tipografo che decideva come impaginare il libro, mentre con Dwiggins nasce l’idea che il disegno del libro è un processo a parte, che può essere affidato ad uno specialista esterno alla tipografia.
Il video è stato realizzato in occasione dell'uscita di un libro che raccoglie tantissimi lavori di Dwiggins e vuole essere di ispirazione per i designer moderni. Per scattare le foto delle vecchie stampe è stata usata una tecnica particolare che prevede l’illuminazione da una sola fonte di luce, che permette di enfatizzare sia la ruvidità della carta sia l’effetto della stampa a pressione.
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