Rally di Roma Capitale e Coalition

La settimana scorsa si è svolto il Rally di Roma Capitale. Il logo della manifestazione è sempre lo stesso da anni: un rettangolo rosso con un semicerchio che spunta nella parte superiore. Nel semicerchio c’è il Colosseo stilizzato, mentre nella parte inferiore c’è il nome dell’iniziativa, bianco su fondo rosso, con un po’ di ombra aggiunta in seguito e con lettere sporche.

In teoria non dovrebbe essere difficile scoprire di quale font si tratta a partire dalle caratteristiche inusuali: c’è la A con un gap sul lato sinistro del tratto orizzontale, e una E con tratto centrale staccato dal resto della lettera. Ma nelle liste fornite da Identifont di tipi di carattere con queste caratteristiche quello che stiamo cercando non compare.

Tra le altre cose che noto c’è la O, con controforma rettangolare, mentre il contorno esterno è composto di quattro lati con raccordi curvi. La C segue la stessa impostazione, ma ovviamente ha soltanto tre lati, con estremità protese in avanti. Una lettera interessante è anche la P, con quel taglietto obliquo che chiude e non chiude.

Mi rivolgo sia al Font Moose che a What The Font, ma entrambi i motori di ricerca automatici non restituiscono risultati. Allora passo un’immagine della scritta (sempre in nero su fondo chiaro, anziché bianco su fondo rosso) al Font Identifier di FontSquirrel, e quello mi porta sulla strada giusta.

Il risultato è il Fenix BlackletterCaps, di TracerTong Fontworks, che il sito trova su Fontzillion, in download gratuito con licenza di uso donationware.

Le lettere sono senza dubbio le stesse, ma ci mancano tutte le sporcature. Possibile che la versione sporca sia a pagamento? Possibile che i grafici del rally ci abbiano aggiunto la sporcatura a parte?

In realtà andando a vedere tra i font della stessa fonderia ci trovo il Coalition, che è la stessa cosa ma con le sporcature aggiunte.

Cioè: nel Fenix sono presenti sono le maiuscole pulite nelle loro posizioni, mentre al posto delle minuscole è stato inserito soltanto un trattino basso a segnare il posto. Ma non esistono né minuscole né varianti delle maiuscole.

Nel Coalition invece le posizioni delle minuscole sono occupate dalle lettere pulite, le posizioni delle maiuscole dalle lettere sporche.

A dire la verità le lettere pulite nei due font non sono affatto identiche. Nel Fenix sono leggermente più larghe, hanno tutti gli spigoli arrotondati, e meno spazio nelle controforme. Il modello è lo stesso, ma è chiaro che è stato rifinito.

Utilizzare il Coalition può essere scomodo, in alcuni software, perché tutti i puntini che servono per sporcare le lettere occupano una notevole quantità di memoria. Quindi ci possono volere vari secondi per convertire il testo nel font in questione. Non è necessariamente un problema, tenuto conto che questo font viene usato per fare loghi, quindi per convertire poche parole o lettere alla volta. Comunque una volta impaginato con pazienza il testo lo si può sempre convertire in immagine, che è molto più maneggevole da spostare nei documenti. E comunque, mentre alcuni software fanno più difficoltà a caricare caratteri del genere, altri restano scorrevoli come se si trattasse di un font normale.

Nessun rallentamento quando si usano lettere prive di sporcature.

I font di questa fonderia sono scaricabili anche su Dafont. Il Coalition ieri è stato il secondo font più scaricato di questa fonderia (113 download) sul sito. Al primo posto c’era il Techno Hideo (Techno/Square, sempre con una E che perde la cravatta), sotto c’erano Unrealised (Gothic/Modern, ossia roba adatta alle copertine dei dischi metal) e Universal Accreditation (ispirato a quelle scritte strette e sottili che compaiono sulle locandine dei film).

Il Kacinto Sans è un’altra versione sporca del Fenix/Coalition, ma con sporcature dalla grana meno fine (e dovrebbe occupare meno memoria, a occhio).

Due progetti stranissimi sono il Serifsy e il Dyers Eve, che giocano sulla sovrapposizione o sulla mescolanza tra maiuscole e minuscole.

Vari esperimenti provano a ricreare lo sfarfallio di un monitor a tubo catodico mediante tante linee orizzontali sovrapposte.

Altri si basano sui pixel, bitmaps e halftone.

Il più sfortunato di tutti ieri, per questa fonderia, è stato il Vannoidyk, catalogato come Techno/Square, ma che secondo me interesserebbe anche i metallari (Gothic/Modern. Purtroppo sul sito si può dare una sola etichetta a ciascun font).

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