Thomas Shelton

Non esiste ancora una pagina di Wikipedia in italiano dedicata a Thomas Shelton. Da quella in inglese veniamo a sapere che è vissuto nella prima metà del Seicento e che ha inventato un sistema di stenografia, ossia di scrittura veloce.

Il sistema comprendeva anche dei simboli per le vocali, ma spesso si usavano solo le consonanti, e la vocale era desunta dalla posizione in cui veniva messa la consonante successiva: se stava al di sopra voleva dire che tra le due consonanti c’era una a, se stava al di sotto una u, ad altezze diverse le vocali e-i-o.

Come in tutti i sistemi stenografici è pressoché impossibile realizzarne un font, proprio a causa di questa caratteristica di posizionare i simboli ad altezze diverse. Nei normali font digitali si dà per scontato che tutte le lettere condividano la stessa linea di base. 

Su Wikipedia in italiano una traccia di Shelton c’è: un’immagine, che non è stata usata in nessuna voce dell’enciclopedia.

Si tratta della prima pagina di una delle sue opere, data alle stampe nel 1641.

Il nome della sua tecnica era tachigrafia, dal greco scrittura veloce (oggi il tachigrafo è uno strumento che mette per iscritto la velocità di un mezzo di trasporto. Da non confondere col normale tachimetro, che indica soltanto la velocità istantanea senza memorizzarla). I caratteri usati erano serif o cancellereschi, ma non doveva trattarsi di caratteri tipografici bensì di una incisione. 

Esiste un altro Thomas Shelton, che è un traduttore seicentesco del Don Chisciotte. Dal punto di vista tipografico, anche questo ci fornisce qualche spunto interessante

Sul sito di una università texana sono disponibili varie foto dei frontespizi delle antiche edizioni del libro di Cervantes, tra cui anche quelle con la traduzione di Shelton. Nel Seicento non c’erano ancora i caratteri senza grazie, né i caratteri fantasia. Le varie righe venivano costruite alternando caratteri romani, italici o cancellereschi, parole tutte in maiuscolo o in maiuscoletto, con diversa spaziatura. 

Ma torniamo allo Shelton stenografo: su Archive.org si può trovare un suo opuscolo stampato di 50 pagine che spiega il metodo stenografico che aveva messo a punto.

Il libro è stato pubblicato nel 1645, le sue pagine sono molto strette; ovviamente deve alternare parti stampate a parti incise.

La scannerizzazione è stata effettuata in bianco e nero (come sulle vecchie fotocopiatrici), senza gradazioni di grigio. Questo significa che le imperfezioni della carta sono scomparse (lo sfondo è perfettamente bianco) e il contorno delle lettere può essere frastagliato in maniera più accentuata rispetto all’originale.

È possibile ingrandire l’immagine per notare i dettagli delle lettere.

Si nota l’uso consueto della s lunga tranne in finale di parola (che in inglese capita spesso). Il testo è giustificato, e si nota lo spazio aggiunto o tolto manualmente in alcuni casi, specie in prossimità delle virgole o della punteggiatura in genere.

A volte le righe di testo risultano ondulate.

Noto anche almeno una legatura desueta: quella tra c e t.

Commenti

Post più popolari