L’alfabeto normale dei cartelli stradali e la dimensione delle lettere
A distanza di anni un lettore mi manda una segnalazione: il font usato in quel pdf è Avenir. Torno a guardarlo (il link è corrotto, devo cercare un altro sito che contenga lo stesso pdf, le tabelle iniziano a pagina 570) ed effettivamente pare trattarsi un Avenir 95 Black. Che non credo sia stato effettivamente in uso, fino a prova contraria, ma sarà stato messo lì soltanto per esigenze di impaginazione. (A parte la Q, che raramente compare nei nomi delle città italiane, la principale lettera caratteristica, tra le maiuscole, è la M: sui cartelli stradali il vertice centrale rimane a mezza altezza, mentre nell’Avenir scende fino alla linea di base).
Intanto però ho trovato un altro pdf, stavolta sul sito della Gazzetta Ufficiale (tabelle con le lettere da pagina 12). E qui la forma delle lettere è quella giusta. Forse la tabella è tratta dalle scannerizzazioni dell’edizione cartacea uscita all’epoca (1992).
Le forme sono quelle del Transport, usato per la segnaletica di vari paesi, che si può acquistare anche su My Fonts nella versione della Urw, anche se quest’ultima, nello stile bold, è comunque più leggera rispetto a quella in uso sui cartelli.
Nel pdf non compare nessun nome, se non quello di Alfabeto Normale e Alfabeto Stretto, che riguardano più che altro lo stile; un po’ come dire font regular e font condensed, indipendentemente dal nome del font.
Il documento contiene anche le tabelle dei due “alfabeti” in negativo, ossia con tratti chiari su fondo scuro.
L’ “alfabeto” comprende tutte le minuscole, le maiuscole, le cifre, le parentesi e cinque segni di interpunzione: apostrofo, punto, trattino, virgola e interpunto (ossia un punto a mezza altezza; non ho presente nessun cartello stradale che ne faccia uso).
Il documento (che sarebbe il Regolamento di esecuzione e attuazione del codice della strada) è interessante anche perché fornisce “i criteri base di impaginazione” dei cartelli stradali: “lasciare corretti margini e campi intorno alle iscrizioni; allineare gli elementi compositivi a destra o a sinistra o al centro; separare in blocchi distinti le indicazioni appartenenti alle varie direzioni e governate da una freccia; rispettare le norme sugli alfabeti e quelle delle spaziature tra lettere e tra righe; non caricare il cartello con troppe indicazioni e semplificare o abbreviare quelle indispensabili”.
Vengono fissati nel dettaglio gli spazi fra righe e margini e le dimensioni delle righe in relazione alla proporzione tra i lati del cartello, e vengono fornite indicazioni su quanto deve essere grande il testo.
La dimensione non viene data in punti tipografici ma in centimetri, e si parla genericamente di “altezza delle lettere”. Definizione che viene rifiutata in tipografia perché troppo ambigua: è ovvio che la A maiuscola ha un’altezza diversa dalla a minuscola, mentre è richiesto un parametro che sia costante per l’intero alfabeto. Qualcuno potrebbe prendere come riferimento unico l’altezza delle maiuscole, ma è probabile che in questo caso si intenda il corpo del font, ossia l’altezza tra una linea che sta al disopra del punto più alto della lettera più alta e una che sta al disotto del punto più basso della lettera con tratto discendente più lungo (nella tabella tutte le lettere sono mostrate all’interno di un rettangolo, di larghezza variabile ma di altezza uguale per tutte).
Due tabelle mettono in relazione l’altezza delle lettere in centimetri e la distanza di leggibilità in metri, una per gli alfabeti normali una per gli alfabeti stretti. Nel primo caso, il grafico è attraversato da una retta che congiunge l’altezza di 4 centimetri per una distanza di leggibilità di 32 metri con l’altezza di 30 centimetri per una distanza di leggibilità di 240 metri.
La distanza di leggibilità minima viene fissata da un’apposita tabella: su autostrade e strade extraurbane principali deve essere di 150 metri, su strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento deve essere di 100 metri, sulle altre strade di 60 metri.
Il documento fornisce anche le formule per calcolare l’altezza minima delle lettere in funzione della velocità locale predominante in un segnale di indicazione composto di due o più righe.
La velocità dominante viene calcolata dividendo la velocità in chilometri orari per 3,6. Il risultato è espresso in metri al secondo, e va moltiplicato per il numero di righe di iscrizione. Si ottiene così la distanza di leggibilità espressa in metri, che poi va divisa per 8 in caso di alfabeti normali o per 6 in caso di alfabeti stretti. Con quest’operazione si ottiene l’altezza minima espressa in centimetri.
Il documento contiene anche indicazioni riguardanti la spaziatura tra le lettere, che deve essere “costante per un dato alfabeto”. “I rettangoli intorno alle singole lettere dei vari alfabeti forniscono il valore ottimale per ogni singola lettera. Tale spaziatura è indipendente dalla lunghezza delle parole, pertanto le parole corte non devono essere superspaziate, anche in presenza di esuberanza di spazio nel cartello”. Nell’esempio si vede un cartello che indica la direzione per Ala, dove il nome della città è impaginato con spaziatura normale al centro del cartello, lasciando parecchio spazio vuoto a destra e sinistra. Nello stesso esempio ci sono le indicazioni per Forlimpopoli e Grosseto, nella stessa dimensione. Entrambe riempiono l’intero cartello, ma nel primo caso utilizzando l’alfabeto stretto, nel secondo l’alfabeto normale.
Il regolamento non accenna neanche lontanamente al kerning, ma nell’uso comune se ne tiene conto, a quanto pare.
I cartelli per i nomi delle strade urbane sono in tre dimensioni fisse, 20, 25 e 30 cm di altezza, che determinano l’altezza del testo: 8, 10 o 12 centimetri, rispettivamente, in caso di iscrizioni su una sola riga, oppure 6, 8 o 10 cm in caso di iscrizioni su due righe. La larghezza può essere a scelta tra due o tre alternative, che variano a seconda dell’altezza del cartello.
Volendo ricondurre il tutto in punti tipografici, le dimensioni del testo variano tra 170 punti (6 cm) e i 340 (12 cm). I termini “via”, “piazza”, “viale” ecc. devono essere circa la metà dell’altezza del toponimo. “Le iscrizioni che risultano più corte del cartello vanno impaginate sempre a partire dal lato del cartello sito dalla parte della strada esterna alla intersezione”.
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