L’ordine del partito nazista di abolire i font gotici
Parlando dei font in stile gotico, si accenna spesso al fatto che vennero usati fino alla Seconda Guerra Mondiale in Germania, anche grazie alla spinta dei nazionalisti al potere che volevano distinguersi rispetto alle altre nazioni. Talvolta si accenna anche al dettaglio che furono i nazionalisti stessi, durante la guerra, a mettere da parte lo stile gotico dicendo che era collegato con l’operato degli ebrei. Ma il documento su cui si basa questa ricostruzione non si trova facilmente sul web.
Mi ci sono imbattuto per sbaglio, all’interno di un pdf che fornisce le istruzioni per impaginare testi in Fraktur e Scwhabacher utilizzando dei font digitali. Nell’ultima pagina c’è la scannerizzazione del documento, seppure in bassissima definizione. L’intestazione Partito Nazionalsocialista Tedesco è ancora scritta in lettere gotiche, con le linee curve ottenute come una serie di segmenti successivi. Ma il resto del documento è scritto in lettere normali (normalschrift) ossia antiche (antiquaschrift).
Il testo della pagina, oltre ad essere quasi illeggibile è pure in tedesco. Ma nel pdf c’è anche la traduzione in inglese del punto saliente. “È ordinato che da ora in poi solo i caratteri normali devono essere usati per tutti i documenti stampati. Per caratteri normali si intendono i caratteri antiqua. I cosiddetti caratteri gotici (fraktur) non sono caratteri tedeschi ma hanno le loro radici nelle lettere ebraiche schwabacher. Questi caratteri sono stati fortemente usati in Germania perché gli ebrei erano proprietari delle stamperie fin da quando è stata introdotta la tecnica tipografica, e più tardi sui quotidiani...”
L’autore del pdf si limita a dire che “l’argomentazione data è tipica del partito nazista: antisemita e illogica”. Per giunta non sembra affatto che il disegno dello schwabacher sia da ricondurre a tipografi ebrei, quindi nel corso del tempo gli studiosi hanno valutato ipotesi alternative per cercare di spiegare questo improvviso cambio di rotta da parte dei nazisti.
Comunque, al di là dell’autenticità del documento e delle rivendicazioni nazionaliste, il fraktur e lo schwabacher hanno ben poco a che vedere con le ideologie novecentesche. Secondo Wikipedia in italiano lo schwabacher è stato inventato nel quindicesimo secolo in risposta all’invenzione dell’antiqua degli umanisti italiani. I caratteri gotici usati da Gutenberg agli albori della tipografia infatti erano caratterizzati da tratti verticali molto ravvicinati tra loro, con pochissimo spazio bianco all’interno e tra una lettera e l’altra (da cui i nomi textura e blackletter con cui vengono indicati). Gli antiqua italiani invece avevano lettere composte da tratti tondi, con molto spazio bianco in più. Per cui anche nello schwabacher si inizia a puntare su tratti tondeggianti, con l’influenza delle forme bastarde delle grafie gotiche tardo-medievali.
Il fraktur invece nasce nel Cinquecento, presso la cancelleria boema di Massimiliano I, grazie al suo stampatore di corte Schonsperger.
Il pdf che si trova su Tug riporta molte notizie storiche, ma è incentrato soprattutto sul modo corretto di usare queste lettere gotiche per trascrivere i testi (“Credetemi, leggere le poesie di Goethe nel Fraktur di Breitkopf dà lo stesso piacere che ascoltare, o meglio suonare, le sonate di Mozart su un pianoforte di Stein”, scrive l’autore).
Il primo font inventato da Gutenberg era composto di 288 caratteri: 25 maiuscole (perché mancava la distinzione tra I e J) e 27 minuscole (perché la s compariva in due forme, corta e lunga). Tutte le altre erano legature tra le lettere, varianti o lettere accentate.
Nei font successivi, il numero di legature era ridotto al minimo. In teoria non dovrebbero costituire un problema, nei font moderni, visto che scattano automaticamente: anche in italiano, una persona scrive separatamente f e i ed è il software, eventualmente, a sostituirle con un glifo unico. Però in tedesco può capitare che ci siano parole composte, e in quel caso la regola prevede di non usare la legatura tra l’ultima lettera della prima parola e l’iniziale della successiva, anche se sono scritte di seguito. Una bella complicazione per chi deve impaginare. Stesso discorso per l’uso della s lunga. Questa doveva essere usata soltanto in posizione iniziale o in mezzo alla parola, ma non in finale. Ma nel caso di parole composte, se la finale della prima parola era una s, doveva comparire in versione corta. Lo abbiamo visto l’altro giorno esaminando il primo numero del giornale danese ottocentesco Jyllandsposten. La s di Jillands compariva nella versione corta, mentre l’altra appariva nella versione lunga (visto che la parola è un nome composto Jyllands-Posten. Il quotidiano esce ancora oggi, ma con la testata in Clarendon, e col trattino tra le due parole).
Insomma, per impaginare correttamente un testo usando i font in sile Schwabacher o Fraktur non basta, di solito, convertire l’intero testo nel font opportuno, ma poi bisogna controllare parola per parola che siano rispettate le opportune convenzioni.
Un’altra regola che complica il tutto è che quando in un testo in tedesco veniva inserita una citazione in latino, o comunque in una lingua non germanica (italiano, francese...), le parole straniere dovevano essere impaginate in caratteri antiqua. Nell’esempio che si vede nel pdf c’è quindi un continuo passaggio da un font a un altro.
Al giorno d’oggi un fraktur di qualità può essere scaricato gratuitamente da Google Fonts (Unifraktur Maguntia).
Comunque i caratteri gotici tedeschi sono usciti dall’uso comune anche in Germania già dagli anni Quaranta. E se ne è quasi persa la memoria.
Anni fa è stata sequestrata in Italia una copia clandestina del Mein Kampf di Hitler. Volendo impaginare la copertina in caratteri gotici per evocare nei lettori l’atmosfera tedesca, l’anonimo editore aveva scritto il titolo usando l’Old English, che è un gotico medievale inglese che non ha nulla a che vedere con la Germania, ma in compenso è l’unico gotico disponibile di default su tutti i computer grazie ai software da ufficio (è una variante dei caratteri che si vedono ancora oggi sulla testata dei quotidiani dei paesi democratici, come il Messaggero in Italia o il New York Times negli Usa). E capita di vederlo usato nelle grafiche dei gruppi neonazisti di vari Paesi, inclusa la Germania.
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