Houston, abbiamo un problema

La storia dell’Apollo 13 è conosciuta anche dalle nuove generazioni per via del film di Hollywood con Tom Hanks che ha reso immortale l’episodio: una missione che nel 1970 doveva portare l’uomo sulla luna rischia di concludersi in tragedia a causa di un malfunzionamento; solo con enorme fatica la Nasa riuscì a riportare l’equipaggio sulla terra sano e salvo.

Dal punto di vista tipografico, la locandina del film non è granché interessante. In pochi hanno fatto domande sui font usati; nelle risposte si parla di un Trajan reso più spesso artificialmente per il titolo e di un Optima per la catchphrase “Houston, abbiamo un problema”.

Molto più interessante quello che si vede in un documentario d’epoca caricato su Youtube con le vere immagini relative a quell’episodio, e con le vere voci degli astronauti. L’anno non viene precisato. Dopo il minuto 1:30 compare il titolo “Apollo 13” e la famosa frase “Houston, we’ve got a problem”, che non vuol dire “abbiamo” ma “abbiamo avuto” un problema. La frase è diversa dall’originale anche nella versione in inglese del film con Tom Hanks, su scelta degli sceneggiatori per rendere il momento più drammatico.

Nel documentario la scritta compare in giallo su fondo nero, con caratteri nello stesso stile dell’Impact: tratti molto spessi, ascendenti molto corti, controforme ridotte ad una fessura, lunghi tratti verticali in lettere come o, b, e.

Non si tratta di Impact, però: la g particolarmente è insolita, per via del tratto discendente che termina come una linea orizzontale, e non accenna neanche a risalire.

Provo a compilare il questionario di Identifont ma mi manda un po’ fuori strada. Il risultato che si avvicinava di più, secondo il sito, era l’Anzeigen Grotesk del 1943, fonderia Haas, oggi pubblicato da Linotype. Ma lì il tratto discendente della g era curvo, non rettilineo.

Ho smanettato un po’ tra i caratteri simili, finendo sul British Inserat, Itf Mecanorma, che però risulta datato 2004. Ovvio che non può essere presente in un documentario d’epoca.

E però da lì arrivo al Compacta della Monotype, che risulta disegnato da Fred Lambert nel 1963, quindi sette anni prima della missione in questione. 

Un confronto visivo con l’apposito strumento di Identifont permette di cogliere al volo le differenze: l’Impact è molto più pesante del Compacta, e le lettere sono molto più larghe. Tra le differenze catalogate dal sito, spicca in particolare quella della lettera r, che nel Compacta ha il tratto curvo che diventa verticale puntando in basso, con estremità tagliata esattamente in orizzontale. Tra quelle non rilevate, appunto l’andamento del tratto discendente della g: nell’Impact anziché essere orizzontale, gira normalmente verso l’alto, con taglio orizzontale all’estremità. La r dell’Impact invece termina puntando in avanti, con taglio verticale. 

L’Impact risulta successivo al Compacta: 1965, disegnato da Geoffrey Lee. È molto più famoso però perché inserito di default nei sistemi operativi dei moderni Pc.

Tra i caratteri simili all’Impact ci troviamo anche l’Eurostile Bold Condensed, disegnato da Butti e Novarese per la torinese Nebiolo nel 1962. Qui il tratto superiore della r ha lo stesso andamento di quello del Compacta, mentre la g ha lo stesso andamento di quella dell’Impact.

Abbastanza scomoda la Q: mentre Impact e Compatta hanno optato per una coda soltanto sul lato esterno, e poco ingombrante, nell’Eurostile ci troviamo un trattino quasi rettangolare che si affaccia anche all’interno della lettera, faticando a trovare spazio.

In effetti c’è un altro font moderno che fa le stesse scelte del Compacta: l’Haettenschweiler. Che è più largo del Compacta, ma ha sia la r che la g concepite secondo gli stessi criteri. Lo strumento di Identifont per trovare le differenze non riesce a trovare niente a parte la e commerciale.

L’Haettenschweiler però è uscito nel 1995 per Microsoft, secondo il sito. Quindi di sicuro non era disponibile negli anni Settanta.

Tra i simili il sito elenca anche vari Helvetica Condensed Bold, dove comunque i bordi della O rimangono sempre curvi, e sia la g che la r hanno andamenti diversi rispetto a quelli del Compacta.

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