Phonographics
Phonographics è un alfabeto fittizio, anzi, sono due alfabeti fittizi, inventati così per ridere forse negli anni Novanta.
Non se ne trova quasi traccia sul web, tranne un riferimento su Wikipedia in inglese e una pagina su Omniglot.
L’idea era quella di associare un segno ad ogni suono. Con 29 segni si sarebbe potuta trascrivere tutta la lingua inglese.
L’autore aveva creato due alfabeti:
il primo è stampatello, in cui la forma delle lettere è più o meno quella
delle maiuscole dell’alfabeto latino: alcune lettere sono identiche, altre
riproposte in orientamento diverso (una U o una A rovesciata, una E o
una S rispecchiata) o con l’aggiunta di qualche elemento (le due th
inglesi rese come un cerchio con un tratto orizzontale o verticale).
Il secondo invece è composto di lettere completamente inventate, composte da un paio di tratti ciascuna, in gran parte segmenti e semicerchi.
Il risultato è praticamente illeggibile. A rendere ancora più improponibile il progetto, l’idea che anziché separare le varie parole bisognasse attaccarle tra di loro, basandosi sul fatto che parlando non si fa una pausa tra una parola e l’altra. Gli esempi pubblicati sul web affossano definitivamente il tutto unendo insieme interi periodi, senza neanche tenere conto delle pause che si fanno all’interno della frase.
Inutile dire che la lettura è comunque estremamente difficoltosa, anche nella versione stampatella, proprio perché richiede concentrazione il tentativo di capire se ogni sillaba va con la parola precedente o è l’inizio di una parola nuova. Se la scriptio continua è stata abbandonata secoli fa ci sarà un motivo.
Sul web non si trova nessuna traccia dell’autore, e nemmeno si trova un font ispirato a questo progetto. Font che comunque esisterebbe, visto che è embedded nel Pdf linkato da Polyglot. Nel quale si può vedere qualche strano proverbio trascritto in lettere latine, phonographics stampatelle e phonograpics circolari (chiamate dall’autore fono.1 e fono.2). Anche il titolo del documento segue lo stesso schema, con la differenza che è scritto in rosso e proietta un’ombra sullo sfondo. Incluse le lettere inventate.
Ho cercato un po’ sul web per vedere se almeno una persona al mondo avesse dato retta all’inventore, o se almeno lui stesso avesse lasciato una traccia da qualche parte, ma non ho trovato niente. Ho trovato invece la foto di una pagina contenente un Phonographic Alphabet tratta da un libro della seconda metà dell’Ottocento. A parte il nome, senza la s, questo alfabeto non ha nulla a che vedere col progetto di cui parla Omniglot. Qui si trattava di un manuale di stenografia secondo il metodo di Pitman, pubblicato a Cincinnati nel 1879.
Trattandosi di stenografia, ossia scrittura rapida, ogni lettera era ottenuta con un solo segno, e mi pare che contasse anche quanto era calcato.
Dovendo trascrivere i suoni, Pittman era interessato agli studi di fonetica, ed era attivo nell’ambito del movimento di riforma dell’ortografia della sua epoca.
Commenti
Posta un commento