Terra piatta
Nella categoria Stranieri/Varie di Dafont, al primo posto oggi troviamo il Samarkan di Titivillus Foundry, che contiene le lettere latine disegnate con gli stessi criteri delle lettere degli alfabeti indiani tipo il devanagari: ogni lettera è sormontata da un tratto orizzontale, per cui ciascuna parola è tenuta insieme da un unico segmento superiore che unisce tutte quante le lettere. È di aspetto gradevole ed equilibrato. Nella pagina troviamo altri due font ispirati allo stesso concetto: il Bits Indian Calligra, di Rajendra Bitling, dove le lettere sono disegnate in stile italico/cancelleresco; e il Biling Mi Marathi, stesso autore, dove invece hanno delle forme più romboidali.
Al secondo e terzo posto troviamo Jawa Palsu, di autore anonimo, e Mahaputra, di Putracetol Studio, una specie di tuscan asiatico arricchito da parecchi svolazzi. Qualche tratto del Jawa Palsu mi ricorda un po’ l’arabo, ma l’arabo ha una categoria a parte, sul sito. Purtroppo le didascalie non aiutano a collocare questi progetti dal punto di vista geografico.
Un progetto dal nome strano è il FlatEarth Scribe, lo scriba terrapiattista?, che è presente sul sito da prima del 2005, secondo la scheda, quindi da molto prima che si iniziasse a parlare di terrapiattismo nel mainstream. Non è particolarmente gradevole: sono maiuscole dai bordi un po’ frastagliati, diciamo una specie di Papyrus ma più rozzo. Le minuscole hanno le stesse forme delle maiuscole, ma più piccole, ad eccezione delle vocali che sono anche sottolineate, quindi un po’ schiacciate in altezza.
L’autore, Blambot, ha un notevole successo sul sito, soprattutto per i suoi font da fumetto. Il più scaricato del momento è il Badaboom, adatto appunto a rendere i suoni delle esplosioni. Seguono Aname Ace e Manga Temple, che invece sono adatti a riempire i balloon. Come pure l’Acme Secret, che si trova un po’ più in basso e ha una M come quella di Mcdonald e una E a vita bassa; oppure il Digital Strip, più ordinato.
I bordi frastagliati li troviamo anche nel Pythia, composto solo di tratti rettilinei come le prime forme dell’alfabeto greco. E infatti si trova nella categoria Romano/Greco.
Il font di minor successo per Blambot, al momento,
è il Mutant Supermodel, lettere composte e circondate di
schizzi neri.
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