Charles Fenerty e Friedrick Gottlob Keller. Un Kreis Blatt nel 1878.
A Charles Fenerty è dedicato un articolo di Wikipedia anche in italiano. Si tratta di un inventore canadese che nel 1844 aveva messo a punto un processo per fabbricare la carta a partire dalla pasta di legno. Aveva inviato una lettera al principale giornale di Halifax per spiegare di cosa si trattava, e per mostrare un esempio del risultato, che sarebbe uscito meglio usando una pressa di maggiore potenza.
Il nome di Fenerty è pressoché dimenticato, e non compare su Wikipedia nell’articolo sulla storia della carta, visto che non arrivò mai a brevettare la sua invenzione. Figlio di un taglialegna, aveva iniziato ad interessarsi al processo di fabbricazione della carta passando davanti a una cartiera mentre trasportava il legname. A quell’epoca la carta era prodotta con stracci, cotone e altre fibre vegetali. Nel secolo precedente altre persone avevano pensato di poter ottenere la carta a partire dal legno, ma avevano usato metodi diversi.
Wikipedia definisce Fenerty anche poeta, visto che sono conosciute 32 sue poesie. Gli articoli che lo riguardano sull’enciclopedia online sono solo in inglese, arabo e gallese, oltre a quello in italiano.
Il sito pubblica anche una sua fotografia: parzialmente calvo, barba nera lunga, occhi socchiusi, viso scavato... Non ha un aspetto molto incoraggiante.
Il motivo per cui il suo nome non viene ricordato è che la sua invenzione non portò a niente. Infatti nello stesso anno un tedesco, Friedrich Gottlob Keller, partendo da un resoconto settecentesco mise a punto un sistema per produrre carta dalla pasta di legno e lo brevettò. Anche lui non fu troppo fortunato: iniziò a produrre carta insieme ad un socio, Henry Voelter, ma quando si trattò di rinnovare il brevetto non era riuscito a guadagnare abbastanza da sostenere la spesa. Per cui in molti accreditano a Voelter il primato di essere il primo a produrre carta di questo tipo.
Mentre oggi questo è il sistema di base per produrre carta, all’epoca il risultato era di qualità inferiore rispetto a quella ottenuta dalle fibre di cotone, per cui tra i primi utilizzi ci fu la stampa dei giornali, essendo questi prodotti destinati ad avere vita breve.
Wikipedia mostra anche una foto di Keller, leggermente più rassicurante rispetto a quella dell’altro inventore: quai abbiamo una barbetta grigia e niente baffi.
Il primo giornale a utilizzare la carta in pasta di legno fu il Frankenberger Intelligence and Weekly, un giornale della Sassonia. Wikipedia deve avere attinto a una fonte inglese, perché difficilmente un giornale della Sassonia ottocentesca poteva inserire un “and weekly” nel nome. La versione tedesca dell’articolo, che purtroppo non so leggere, contiene un riferimento al Frankenberger Kreisblatt, dove la seconda parola viene tradotta da Google con “foglio circolare”. Il nome non è linkato a nessun altro articolo di Wikipedia in tedesco.
Sul resto del web riesco solo a trovare la foto di un Kreis Blatt del 1878 con una dicitura che forse è Frankenberg-Yohl. Non so se sia lo stesso giornale, ma dal punto di vista tipografico è interessante. Il nome è scritto in caratteri gotici con sottili grazie arricciate all’insù. La dicitura sottostante è in caratteri gotici con grazie più medievali. Le due parole del titolo sono separate dal disegno di un’aquila coronata ad ali spiegate che regge un paio di oggetti nelle zampe.
Il titolo di prima pagina è una sola parola, anche questa difficile da leggere: è scritta in caratteri gotici, per cui la forma di un paio di lettere è ambigua secondo i nostri standard. L’impaginazione è in tre colonne separate da linee nere verticali. La prima colonna si apre con la scritta “Deutschland.”, con punto finale, su una sola riga, in gotico moderno nero con le convenzioni dell’epoca: la s è lunga (una specie di f) e le lettere ch sono unite in un’unica legatura.
Anche il resto dell’articolo è scritto in lettere gotiche. Ovviamente non un blackletter medievale come quello di Gutenberg, ma un Fraktur abbastanza leggero, ma caratterizzato da molti tratti curvi e svolazzanti, in opposizione all’Antiqua che si usa al giorno d’oggi, dove le lettere sono meno calligrafiche.
A occhio si nota anche una convenzione tedesca, quella per le virgolette. Nella terza parola dell’articolo, notiamo che le virgolette si aprono in basso a sinistra e si chiudono in alto a destra, con le punte sottili dirette rispettivamente versi il basso e verso l’alto. Anche in un’espressione che si trova sotto la testata notiamo la stessa cosa, con l’aggiunta dello spazio tra una lettera e l’altra. Nel gotico non c’era la possibilità di mettere in corsivo le parole da evidenziare, quindi si aggiungeva spazio tra una lettera e l’altra.
I numeri sono uguali a quelli che usiamo ancora oggi. Il giornale fotografato è numerato 89: solo che il 9 è molto più stretto dell’8, come se fosse stato usato un font diverso.
Cercando Kreisblatt Google restituisce molti risultati, alcuni antichi, altri contemporanei. Uno di questi, datato 1939, era ancora impaginato in tre colonne senza foto e con caratteri gotici. E si era già alla vigilia della guerra mondiale.
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