Set
Set è il nome del terzo figlio di Adamo ed Eva, nato dopo che Caino aveva ucciso Abele. Sarebbe progenitore di Noè, e quindi di tutta l’umanità visto che tutte le altre persone sarebbero morte durante il diluvio. Sarebbe nato quando il padre aveva 130 anni. Il suo nome è collegato a quello di una leggenda pressoché sconosciuta su una iscrizione sopravvissuta al diluvio universale.
Scrive Wikipedia in italiano che secondo una tradizione ebraica Adamo aveva rivelato a Set i saperi segreti che in seguito sarebbero diventati la Kabbalah. Secondo la tradizione islamica risalgono a Set molte forme di artigianato e manifattura. A Set era stata inoltre concessa la saggezza in molti aspetti della vita, la conoscenza del tempo, una visione profetica del diluvio universale e l’ispirazione sul modo corretto di pregare durante la notte.
Wikipedia in inglese lo elenca tra i vari inventori di alfabeti, perché secondo la Cronaca di Malalas inventò le lettere della scrittura ebraica e scrisse con esse.
Il dettaglio non è neanche accennato nell’articolo dedicato a lui su Wikipedia in inglese.
Ed è molto secondario anche nell’opera citata. Giovanni Malalas era uno storico vissuto ad Antiochia nel sesto secolo. In effetti l’opera che gli viene attribuita, la Cronografia, ci sarebbe giunta mutila di inizio e fine. Doveva cominciare dalla creazione dell’uomo, ma dice Wikipedia, inizia dalle origini mitiche dell’Egitto.
Sul sito Calameo però è disponibile un testo di 413 pagine in inglese liberamente sfogliabile (con tanto di rumore di pagine che si girano) che dovrebbe contenere la traduzione del testo. Già nella prima pagina del libro primo, Il tempo di Adamo, (dopo l’introduzione, a pagina 41 del documento) c’è il brano che riguarda Set. Mentre Adamo diede il nome a tutti gli animali, Set venne incaricato da Dio di dare il nome alle stelle e ai cinque pianeti. Secondo Malalas i nomi dei pianeti erano Kronos, Hera, Ares, Aphrodite e Hermes (nomi greci). Stabilì inoltre le sette vocali corrispondenti a cinque stelle e due grandi luci.
I nomi dei pianeti sono stati tramandati ai posteri perché i discendenti di Set, prevedendo che il genere umano sarebbe stato distrutto o cambiato, avevano preparato due tavole e vi avevano inciso queste informazioni. Una tavola era di pietra, l’altra di argilla. A seconda del tipo di catastrofe che fosse avvenuta (acqua o fuoco), una delle due tavole sarebbe rimasta intatta. Malalas racconta due pagine più avanti che fu uno dei figli di Noè a ritrovare l’iscrizione dopo il diluvio.
La traduzione della cronaca pubblicata su Calameo è stata impaginata in caratteri monospace, chissà perché.
Secondo una prospettiva storica,
l’alfabeto ebraico venne sviluppato tra il secondo e il primo
millennio avanti Cristo, ed era molto simile a quello usato dai
vicini Fenici. È un abjad, cioè è basato soprattutto sulle
consonanti mentre mancano molte vocali. La lingua ebraica iniziò a
cadere in disuso a partire dal sesto secolo avanti Cristo, ed entro
il 200 dopo Cristo era pressoché scomparsa. È stata riportata in
vita a partire dall’Ottocento. Oggi la lingua è parlata da oltre 5
milioni di persone, secondo Omniglot. Le forme delle lettere che si usano al giorno d’oggi derivano da una radice comune a quella dell’alfabeto aramaico.
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